SOSIALISMI
[Socialismo] Scen.: Peter von Bagh. F.: Arto Kaivanto. M.: Petteri Evilampi . DCP. D.: 86’. Bn e Col.
Scheda Film
Per la prima volta dopo tanto tempo, Peter von Bagh affronta una tematica più vasta della storia finlandese: il socialismo, il sogno più grande del Ventesimo secolo e la fonte dei suoi incubi più bui. Come sempre la storia si sviluppa lungo un arco sostanzialmente cronologico: Sosialismi si apre con una delle prime immagini in movimento della storia del cinema, L’uscita dalle officine Lumière (1895) di Louis Lumière, e con l’energia e le teorie che diedero vita al marxismo, per concludersi nel presente, dove le icone della speranza in un mondo migliore e più giusto sono state trasformate in prodotti di consumo, mercanzia, opinioni sbandierate più che profonde convinzioni. Come sempre l’unico modo per avvicinarsi alla verità inafferrabile e anelata sono le digressioni; il viaggio avanti e indietro nel tempo; il ricordo della Spagna; alla vista di un poster di Chaplin e della Legione Condor che buca le nuvole, l’associazione immediata (per esempio con il Vietnam); le figure e il paesaggio, i volti e i luoghi riportati alla mente da una canzone (i funerali di stato che scorrono sull’onda di Auf Wiedersehens sono insieme comici, inquietanti, brutalmente appropriati e feroci, per citare solo un esempio); l’omaggio a certi ragionamenti, a certe immagini (i dipendenti dei Lumière si trasformano in una manifestazione di protesta, pugni proletari alzati verso il cielo, un mare di bandiere che sappiamo essere rosse anche se il film è in bianco e nero). Von Bagh, forse il più sincero benjaminiano del cinema contemporaneo, ci mostra come il socialismo e il cinema – sia esso documentario o di finzione – siano la stessa cosa, e come la vita stia tutta nel non essere soli ma sempre una sola persona. E ci dice che il cinema e il socialismo ci saranno sempre, come sapeva bene Tom Joad.