SLESAR’ I KANCLER

Vladimir Gardin Co-regia: Ol’ga Preobraženskaja

[Il fabbro e il Primo Ministro] T. int.: The Locksmith and the Chancellor. T. alt.: Kancler i slesar’. Sog.: ispirato alla pièce Kancler i slesar’ di Anatolij Lunačarskij. Scen.: Vladimir Gardin, Vsevolod Pudovkin. F.: Evgenij Slavinskij. Scgf.: Vladimir Egorov. Int.: Ivan Chudoleev (imperatore di Nordlandia), Nikolaj Panov (il cancelliere von Turau), Nina Tairova (sua moglie), Vladimir Gardin (commendatore Hammer), Vladimir Maksimov (avvocato Frank Frei), Zoja Barancevič (contessa Mitsi), Iona Talanov (Berenberg, aiutante maggiore), Nikolaj Sal’tykov (Franz Stark, il fabbro), Liana Iskrickaja-Gardina (Anna), Oleg Frelich (Leo von Turau, figlio del cancelliere), Ivan Kapralov (Robert, suo fratello), Vera Valickaja (Lora, sua moglie), Ol’ga Bystrickaja (Anna, amante di Leo), Semenov (Netli, segretario del cancelliere), Ol’ga Preobraženskaja. Prod.: VUFKU (Jalta e Odessa). Pri. pro.: 12 luglio 1924. 35mm. L.: 1140 m (incompleto). D.: 50’ a 20 f/s. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La pièce di Lunacarskij Il fabbro e il Primo Ministro, già rappresentata con successo a teatro, si svolgeva in due paesi immaginari, la Nordlandia e la Galikania, ma il sottotesto conteneva riferimenti ai moti rivoluzionari tedeschi del novembre 1918. I coautori della sceneggiatura del film che ne fu tratto, Gardin e Pudovkin, si ispirarono invece alla rivoluzione russa del febbraio 1917 e trasformarono uno dei protagonisti – l’avvocato-demagogo Frank Frei – in una parodia di Kerenskij. Nominato Ministro del lavoro dopo che il cancelliere della Nordlandia von Turau ha perso entrambi i figli, la vista e il portafoglio dello Stato, il socialista Frei si rivela un traditore del proletariato e finisce coinvolto in orge e festini. Dopo un colpo di mano dell’imperatore e dei rappresentanti del vecchio ordine, è costretto all’esilio Ol’ga Preobraženskaja in Plebej 217 mentre il fabbro Franz Stark viene nominato commissario del popolo. La sceneggiatura piacque all’autore della pièce, ma pare che tra i due sceneggiatori non ci fosse pieno accordo: Pudovkin rifiutò di affiancare Gardin nella regia e divenne allievo di Kulešov. Si può supporre che, uomo della modernità, non apprezzasse la combinazione di arcaismo e innovazione che si percepisce in Il fabbro e il Primo Ministro. Dal punto di vista stilistico il film è più simile ai tardi melodrammi prerivoluzionari (interni decadenti, trucco pesante, doppie esposizioni), mostrando allo stesso tempo un tratto caratteristico del cinema sovietico degli anni Venti: l’influenza del cinema d’avventura americano. Il fabbro e il Primo Ministro fu maltrattato dalla “Pravda”, per motivi estetici e non ideologici: il confronto con l’acclamata messa in scena della pièce al teatro Korš non giovò alla versione cinematografica, e il recensore criticò aspramente la trama confusa, il lavoro del direttore della fotografia e dello scenografo, la mancata padronanza dei generi: “i trucchi americani”, dilettanteschi, non sono “né carne né pesce”. Il socialista Frei, interpretato da Maksimov, nella scena della parata (dopo la rivoluzione) è visibilmente interpretato da un altro attore che non gli somiglia per niente; nel film si fa esplodere un ponte di cemento (la scena è stata girata in Crimea) ma si vede crollare un ponte di ferro chiaramente preso da un “poliziesco” americano… Furono criticati anche gli attori, e quel rimprovero era forse il più bruciante: tra di loro c’erano anche allievi della scuola di Gardin, che passarono poi allo studio della Preobraženskaja. La partecipazione di quest’ultima alla regia consisteva probabilmente proprio nel lavoro con i giovani attori. Oggi lo stile diseguale del film e la mancata padronanza dei generi non sono visti come difetti ma come un’interessante particolarità del suo linguaggio. La prima e la sesta parte del film non si sono conservate.

                                                                                                                                   Natal’ja Nusinova

Copia proveniente da