SI MUERO ANTES DE DESPERTAR

Carlos Hugo Christensen

Sog.: dal racconto If I Die Before Awakening di William Irish [Cornell Woolrich]. Scen.: Alejandro Casona. F.: Pablo Tabernero. M.: José Gallego. Scgf.: Gori Muñoz. Mus.: Julián Bautista. Int.: Néstor Zavarce (Lucho Santana), Blanca del Prado (la madre di Lucho), Florén Delbene (ispettore Santana), Homero Cárpena (il mostro), María Angélica Troncoso (Julia Losada), Martha Quintela (Alicia Miranda). Prod.: Estudios San Miguel. 35mm. D.: 73’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La preghiera che dà il titolo al film, popolare nel mondo protestante anglosassone dal XVIII secolo (“Now I lay me down to sleep / I pray the Lord my soul to keep / If I should die before I wake / I pray the Lord my soul to take”) era così poco nota in Argentina che i suoi accenti morbosi annunciano il fascino ibrido di questo adattamento da William Irish. Inizialmente concepito come episodio di No abras nunca esa puerta, conobbe un tale sviluppo narrativo da suggerire, con l’aggiunta di qualche sequenza, soprattutto nella prima parte, di poter essere distribuito come un film a se stante. (Gli altri due episodi erano adattamenti di altri racconti di Irish: Somebody on the phone e Hummingbird Comes Home).
È nella seconda parte – quella in cui Christensen si concede lunghe digressioni sulla paura del bambino all’inseguimento di un assassino pedofilo per salvare una compagna di scuola – che le pulsioni latenti nel racconto dell’autore, e le stesse inclinazioni del cineasta, creano un’atmosfera in cui, grazie alle luci di Pablo Tabernero, gli esterni “risultano più scuri della notte” (Chandler). Il fatto di disseminare dei bottoni, come le molliche di Pollicino, per segnalare il suo percorso, conferisce un sapore da racconto per bambini in chiave perversa. Sequenze che fanno dimenticare l’elogio della polizia, obbligatorio nel cinema argentino dell’epoca, fastidioso come in Apenas un delincuente di Fregonese.
Questi film di Christensen non sono isolati nel contesto dell’epoca: El pendiente (Klimowsky, 1951), anch’esso tratto da Irish (The Earring), La bestia debe morir (Viñoly Barreto, 1952) da The Beast Must Die di Nicholas Blake. Ma la perla del cinema noir argentino rimane El vampiro negro, libera variazione di M di Lang realizzata nel 1953 da Viñoly Barreto.

Da: Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales.
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