Senso

Luchino Visconti

Sog.: Luchino Visconti e Suso Cecchi d’Amico, dal racconto omonimo di Camillo Boito; Scen.: Suso Cecchi d’Amico, Luchino Visconti, Carlo Alianello, Giorgio Bassani, Giorgio Prosperi; Coll. dial.: Tennessee Williams, Paul Bowles; F.: (Technicolor) G. R. Aldò, Robert Krasker; Mo.: Mario Serandrei; Scgf.: Ottavio Scotti; Co.: Marcel Escoffier, Piero Tosi; Mu.: Sinfonia n. 7 in mi maggiore di Anton Bruckner, Il Trovatore di Giuseppe Verdi, Orchestra Sinfonica della RAI diretta da Franco Ferrara; Su.: Vittorio Trentino, Aldo Calpini; Int.: Alida Valli (contessa Livia Serpieri), Farley Granger (tenente Franz Mahler), Heinz Moog (conte Serpieri), Massimo Girotti (marchese Roberto Ussoni), Cristoforo De Hartungen (generale Hauptmann), Rina Morelli (Laura, la governante), Christian Marquand (ufficiale boemo), Marcella Mariani (Clara, la prostituta), Sergio Fantoni (Luca, un patriota), Goliarda Sapienza (patriota), Tino Bianchi (capitano Meucci), Ernst Nadherny (comandante della piazza di Verona), Tonio Selwart (colonnello Kleist), Marianna Leibl (moglie del generale Hauptmann); Prod.: Renato Gualino per Lux Film; Pri. pro.: 30 dicembre 1954 35 mm. D.: 123’. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il breve racconto di Camillo Boito (1883) ha fornito a Visconti la materia del suo miglior
film e di uno dei capolavori del cinema italiano. (…) L’intrigo di Senso mostra l’inabissamento di due personaggi nel loro amore, qualificato da loro stessi come triste e vergognoso e che condurrà alla loro distruzione reciproca. Sono l’uno per l’altra la prigione e il carnefice. L’intera loro avventura si svolge a lato della Storia, a cui la loro ignavia, la loro passività e una sorta di maledizione sociale impediscono di prendere parte. Sono i rappresentanti impotenti ma lucidi di un mondo che sta scomparendo. In loro il positivo è morto: ecco perché è difficile parlare al loro proposito di melodramma o di opera. Evidentemente l’opera è la referenza estetica dominante che accompagna la loro traiettoria, ma agisce come un requiem il cui lirismo gelido e funebre non consente di provare nei loro riguardi la minima pietà. Visconti pone sui suoi personaggi uno sguardo freddo e distaccato, li descrive in lunghe scene non dinamiche dove abbondano i piani d’insieme e che frappongono fra loro e lo spettatore il massimo distacco che autorizzi la messa in scena. Sul piano estetico, la riuscita del film (malgrado le difficoltà e gli ostacoli che ha incontrato Visconti) si avvicina alla perfezione. I due interpreti principali sono indimenticabili e Alida Valli prolunga con una coerenza profonda il ruolo che teneva in Piccolo mondo antico e quelli di Isa Miranda all’epoca del calligrafismo. La stessa raffinatezza caratterizza le scene intime del film e i “quadri di guerra”. Questi ultimi figurano fra i più belli di un genere che il cinema, a quell’epoca, esitava a trattare a colori. (…)

Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma, Laffont, Paris 1992

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Restauro realizzato da
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Con il sostegno di
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Comitato Italia 150

Il restauro è stato promosso da Studiocanal, Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, Cineteca di Bologna-L’Immagine Ritrovata con il sostegno di GUCCI, The Film Foundation e Comitato Italia 150 ed eseguito grazie alla collaborazione tra Cineteca Nazionale, Cineteca del Comune di Bologna e ai consigli di Giuseppe Rotunno e Piero Tosi. Partendo dal lavoro di Giuseppe Rotunno, che ha iniziato il restauro del film nel 1994, si sono recuperate le matrici originali Technicolor messe a disposizione dalla Cristaldi Film: i colori delle matrici, in parte compromesse, sono stati ricostruiti digitalmente