SCALA!!! Or, the incredibly strange rise and fall of the world’s wildest cinema and how it influenced a mixed-up generation of weirdos and misfits
Scen.: Ali Catterall, Jane Giles. F.: Sarah Appleton. M.: Edward Mills. Scgf.: Andrew Starke. Mus.: Barry Adamson. Int.: John Waters, Caroline Catz, Ben Wheatley, Ralph Brown, Mary Harron, Adam Buxton, Peter Strickland, Beeban Kidron, Isaac Julien, Stewart Lee. Prod.: Alan Marke, Jim Reid, Andrew Starke. DCP. Bn e Col
Scheda Film
Lo Scala era magico, era come entrare in un club, un club segretissimo come una banda di motociclisti o cose del genere. Che è un gran bel modo di andare al cinema.
John Waters
Questo documentario divertente e, in fin dei conti, commovente racconta i tumultuosi retroscena dello Scala, il leggendario cinema londinese, dal 1978 al 1993.
Durante gli anni post-punk, pre-digitali e politicamente turbolenti del governo Thatcher lo Scala ispirò una generazione con la sua programmazione di oltre 4000 titoli che spaziavano dai grandi classici alla sexploitation, dall’horror ai film di Kung fu e LGBTQ+, in doppie proiezioni che cambiavano tutti i giorni e maratone notturne. Copie malconce in 35mm e 16mm di film di Pasolini, Walerian Borowczyk, Russ Meyer, Derek Jarman e David Lynch formavano il cuore pulsante del programma mensile dello Scala, oltre a titoli che si spingevano ancora più in là, superando i limiti del gusto e delle convenzioni.
Cinema cavernoso e fatiscente popolato da gatti, che rimbombava al passaggio dei treni della vicina metropolitana, lo Scala faceva parlare di sé per il caos che regnava fuori dello schermo. Implose infine in una tempesta perfetta fatta di recessione, nuove tecnologie, cambiamenti come l’avvento delle videocassette, più una disastrosa causa legale… Ma che patrimonio ci ha lasciato!
Filmati d’archivio, spezzoni strabilianti e le testimonianze di spettatori poi divenuti famosi registi, musicisti, scrittori, artisti, attori e attivisti si mescolano in una dichiarazione d’amore universale alla capacità del cinema di ispirare giovani menti sensibili creando un senso di comunità tra outsider.