SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA
T. int.: Slap the Monster on Page One. Sog.: Sergio Donati. Scen.: Sergio Donati, Goffredo Fofi. F.: Luigi Kuveiller, Erico Menczer. M.: Ruggero Mastroianni. Scgf.: Dante Ferretti. Mus.: Nicola Piovani. Int.: Gian Maria Volonté (Giancarlo Bizanti), Fabio Garriba (Roveda), Carlo Tatò (moglie di Bizanti), Jacques Herlin (Lauri), John Steiner (Montelli), Corrado Solari (Mario Boni), Laura Betti (Rita Zigai). Prod.: Ugo Tucci per Jupiter Generale Cinematografica, UTI Produzioni Associate. DCP. D.: 87’. Col.
Scheda Film
La lavorazione di Sbatti il mostro in prima pagina era iniziata con Sergio Donati (autore di gialli, sceneggiatore in particolare per Leone) come sceneggiatore e regista. Donati si ammalò, disse la produzione, ma in realtà di comune accordo lui e il produttore avevano giudicato che non era in grado di poter passare ancora alla regia, e così Committeri si dette da fare per trovare uno che riprendesse il film. Io accettai perché m’interessava un’esperienza di questo genere; saltare su un treno già in marcia, vedere cosa si poteva fare come lavoro strettamente professionale, e anche trasformare il film, che era un giallo sul mondo del giornalismo milanese, in un film di taglio politico. Mi trascinai appresso Fofi e con lui riscrivemmo velocissimamente la sceneggiatura giorno per giorno, mentre si girava. Restarono gli ambienti, restarono quasi tutti gli attori, ma vennero aggiunti nuovi ruoli, tra cui quello fondamentale di Laura Betti, e la storia diventò completamente diversa.
Marco Bellocchio, Il cinema italiano d’oggi 1970-1984 raccontato dai suoi personaggi, a cura di Franca Faldini e Goffredo Fofi, Mondadori, Milano 1984.
Tra il 1971 e il 1976 Bellocchio continua a sviluppare il suo discorso antistituzionale con Nel nome del padre (1971), Sbatti il mostro in prima pagina e Marcia trionfale (1976). […] Nei tre lungometraggi si comincia ad avvertire la ricerca di una nuova dimensione stilistica che tenga conto di alcuni modelli di riferimento dati dalle opere contigue di Ferreri, Petri, Rosi, Costa-Gavras, Damiani e intenda superarli per un diverso livello di coscienza politica. Questo si nota soprattutto in Sbatti il mostro in prima pagina, scritto in collaborazione con Goffredo Fofi, film che racconta una storia che attraversa una serie di eventi reali che hanno scosso in quegli anni la coscienza del paese. Si va da riferimenti a primi episodi terroristici, come le bombe alla Fiera campionaria di Milano del 1969, o di cronaca nera (la morte di Milena Sutter) a episodi di guerriglia urbana o a eventi traumatici come la strage di piazza Fontana, la morte dell’anarchico Pinelli, o quella dell’editore Giangiacomo Feltrinelli. Il film appare oggi come una delle fonti più emblematiche del periodo e la fiction non impedisce di utilizzarlo non tanto per le sue qualità estetiche o espressive quanto per il suo alto grado di rappresentatività e per la capacità di trasmetterci il senso di tensione sociale e di temperatura ideologica in aumento e di lotta cieca e senza esclusione di colpi tra le varie forze organizzate, istituzionali e spontanee.
Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano. Dal miracolo economico agli anni Novanta 1960-1993, vol. IV, Editori Riuniti, Roma 1993