Samson And Delilah
T. it.: Sansone e Dalila. Scen.: Jesse Lasky Jr., Fredric M. Frank, Harold Lamb, Vladimir Jabotinsky. F.: George Barnes. Mo.: Anne Bauchens. Scgf.: Hans Dreier, Walter Tyler. Mu.: Victor Young. Su.: John Cope, Harry Lindgren. Int.: Hedy Lamarr (Delilah), Victor Mature (Samson), George Sanders (Saran di Gaza), Angela Lansbury (Semadar), Henry Wilcoxon (Ahtur), Olive Deering (Miriam), Fay Holden (Hazelelponit), Julia Faye (Haisham), Russ Tamblyn (Saul), William Farnum (Tubal), Lane Chandler (Teresh), Moroni Olsen (Targil), Francis McDonald (il narratore), William Davis (Garmiskar), John Miljan (Lesh Lakish). Prod.: Paramount Pictures. Pri. pro.: 21 dicembre 1949 DCP. D.: 131’.
Scheda Film
La Paramount non fu subito pronta a digerire quello che doveva diventare il grande ritorno di DeMille alla sua àncora di salvezza: il film biblico. Il regista si era dedicato per anni ai western e ai film d’avventura, e i successi di I dieci comandamenti (1923), Il re dei re (1927) e Il segno della croce (1932) sembravano lontanissimi. Come sempre DeMille si dimostrò ostinato: Samson and Delilah doveva unire per la prima volta Antico Testamento e Technicolor in una suprema combinazione di sesso e spettacolo. Fu definito “uno spettacolo in formato gigante”. Era questo e molto altro. Il peplum italiano che avrebbe fatto furore dieci anni dopo si ispirò, oltre che ai fasti di un passato glorioso, anche ai film di DeMille. Samson and Delilah è un omaggio audace al testo sacro, che spiega bene perchè la Bibbia sia rimasta e sempre rimarrà un testo cruciale: al di là della religione, il film è tutto spettacolo, velata oscenità, rozza compassione, sadismo, cattivo gusto, miracoli, armamentario consumistico e animali selvaggi. Ma soprattutto è un capolavoro d’erotismo di secondo grado, o meglio, come scrive Simon Louvish: “Benché dichiarasse di ispirarsi all’arte di Michelangelo, Rubens e Gustave Doré, il film era chiaramente una storia formidabile di sesso e tipi tosti, per quanto plasmata dallo Spirito del Signore”. L’impeccabile casting, marchio di fabbrica di DeMille, è al contempo estremamente stupido e geniale. Hedy Lamarr è un giocattolo erotico, Victor Mature (destinato a specializzarsi in film biblici) un tipico divo degli anni Quaranta che con il suo fisico indolente ispirò la celebre battuta di Groucho Marx sull'”unico film dove le tette del protagonista maschile sono più grosse di quelle della protagonista femminile”. Dietro la facciata del forzuto più coraggioso della terra c’era un ‘leone codardo’, terrorizzato praticamente da tutto, dalle bestie feroci al crollo delle scenografie. Forse è questa paura dissimulata a rendere mordace la deliziosa ironia della sua interpretazione.
Le sequenze iniziali erano accompagnate dalla voce metallica e autorevole del Maestro – agli americani ricordava le trasmissioni radio in tempo di guerra – che presentava la storia del mondo dal punto di vista di un uomo di destra negli anni della Guerra fredda. Naturalmente lui aveva Dio dalla sua parte. Secondo Bosley Crowther, Samson and Delilah “è una Torre di Babele che fa sembrare tutti gli altri film di DeMille delle villette a schiera”. Uscì in sala per le feste natalizie del 1949 e fu un successo colossale.
(Peter von Bagh)
Restauro eseguito con il contributo di Cece DeMille Presley, nipote della forza creativa più importante della Paramount: Cecil B. DeMille. I negativi camera nitrato a tre matrici sono stati scansionati a 4K con uno scanner Northlight. La pulitura e la correzione del colore sono state eseguite dalla Technicolor Los Angeles. La difficoltà del restauro consisteva nell’affrontare i difetti causati dagli effetti speciali ottici, in particolare nella scena del tempio. Per ricreare al cinema questo memorabile episodio della storia di Sansone furono usate miniature, dinamite e molte comparse