SAMBIZANGA
Sog.: Maurice Pons, Mario de Andrade dal romanzo A vida verdadeira de Domingos Xavier (1971) di José Luandino Vieira. Scen.: Mario de Andrade, Sarah Maldoror. F.: Claude Agostini. M.: Georges Klotz. Mus.: Ensemble ‘Les Ombres’. Int.: Elisa Andrade (Maria), Domingos De Oliveira (Domingos), Jean M’Vondo (Petelo), Adelino Nelumba (Zito), Benoît Moutsila (Chico), Tala Ngongo (Miguel), Lopes Rodrigues (Mussunda), Henriette Meya (Bebiana), Manuel Videira (capo della Brigata). Prod.: Jacques Poitrenaud per Isabelle Films. DCP. Col.
Scheda Film
Questo restauro fa parte dell’African Film Heritage Project, creato da The Film Foundation, FEPACI e UNESCO – in collaborazione con Cineteca di Bologna – a sostegno del restauro e della diffusione del cinema africano.
Sambizanga ha un’estetica sensuale, fatta di scene di vita quotidiana: la coppia formata da Maria e Domingos, i lunghi viaggi a piedi di Maria nella polvere, la foschia che sale dalla terra, il rapporto con il bambino portato sulla schiena e che a ogni sosta a casa di amici viene accudito da altre donne.
A Sarah Maldoror verranno rimproverate la bellezza delle immagini e quella di Elisa Andrade che interpreta il ruolo di Maria. Sarah si è sempre opposta a questo tipo di critiche e ai luoghi comuni sugli africani (poveri, ignoranti e affamati) che esse portano con sé. “Non mi interessa mostrare la povertà, preferisco cercare la poesia”, aggiungeva. La maggior parte dei personaggi del film è interpretata da militanti del Movimento Popolare per la liberazione dell’Angola (MPLA) e ciascuno di loro si esprime nella propria lingua, portoghese, lingala o kimbundu. È una scelta piuttosto audace, ma che contribuisce al realismo del film: il corso di cucito che è anche una lezione di politica, la trasmissione dei messaggi fino al carcere, la mobilitazione dei militanti e dei giovani per identificare Domingos, o le riunioni perfino quando si balla. Questo film è anche la storia di Maria e del suo risveglio politico. Il suo continuo spostarsi è anche quello di Sarah e definisce le donne della diaspora africana. Nel caso di Sarah, la complessità della sua situazione personale era accentuata dalla relazione con il compagno Mário de Andrade, che la clandestinità (era ricercato dall’Interpol) e la guida del movimento politico MPLA e della CONCP (Conferenza delle organizzazioni nazionaliste delle colonie portoghesi) costringevano ad assenze ricorrenti e a volte prolungate dal domicilio familiare.
In un certo senso si può dire che il personaggio di Maria e la vita privata di Sarah si intreccino. La coscienza politica; la lotta da sola con i suoi figli (Maria va in giro con il bambino sulla schiena proprio come Henda e io abbiamo sempre accompagnato nostra madre Sarah ovunque, mentre i figli di altri dirigenti come Cabral e Boal erano tutti sistemati in un collegio, a Mosca o a Bucarest); la morte del compagno per ragioni politiche; ma soprattutto la perseveranza, il continuo avanzare malgrado gli ostacoli. Rimarrà con noi l’ultima scena del film e il suo messaggio di speranza: “Coraggio, era nostro amico, nostro compagno, è scomparso nella notte, non lo dimenticheremo mai…”.
Annouchka de Andrade
Leggi la recensione su Cinefilia Ritrovata
Restaurato in 4K nel 2021 da The Film Foundation’s World Cinema Project e Cineteca di Bologna a partire dai negativi originali 35mm presso il laboratorio L’Image Retrouvée (Parigi) in collaborazione con Éditions René Chateau e la famiglia di Sarah Maldoror, con il sostegno di Hobson/Lucas Family Foundation