SALUTE TO FRANCE

Jean Renoir, Garson Kanin

Sc.: Philip Dunne, Jean Renoir, Burgess Meredith. F.: Army Pictorial Service. Mu.: Kurt Weill. M.: Marcel Cohen, Maria Reyto, Jean Oser, superv. di Helen Van Dongen. Consulenza tecnica: Office of Strategic Services. Cast.: Claude Dauphin, pseud. di Claude Legrand (Jacques, il narratore, un contadino, un operaio), Garson Kanin (Joe, un venditore ambulante, un contadino), Burgess Meredith (Tommy, il soldato britannico, un banchiere, un fattore). Prod.: Office of War Information; 16mm. D.: 37’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Originariamente, Renoir venne incaricato di fare la versione francese di Salut to France, che era stato progettato in Francia dopo la Liberazione, mentre Garson Kanin avrebbe dovuto realizzare quella inglese, destinata ai soldati inglesi e americani che avrebbero partecipato allo sbarco. Ma quando il progetto fu avviato, venne deciso che tutti e due avrebbero lavorato a entrambe le versioni: Renoir avrebbe dovuto occuparsi delle riprese e Kanin del découpage. Questo permise a Renoir di lasciare New York alla metà di aprile, prima del montaggio. Egli vide il film solo molti anni dopo. In maggio, il montatore Alan Antik scrisse a Renoir che il film si era ridotto da otto bobine e mezzo a cinque, e più tardi riferì di aver visto il 14 luglio «il disastroso film, che si è trasformato nel left-over del nostro lavoro». Fu solo nel 1978 che Burgess Meredith e Jean Renoir videro insieme Salute to France; Meredith scrisse: «La copia che abbiamo visto non ha nulla a che vedere con il film che io e Kanin abbiamo realizzato. Per essere proprio precisi,ci sono solo una o due scene che sopravvivono dell’originale, è tutto».

In Jean Renoir, Lettres d’Amerique, Paris, Presses de la Renaissance, 1984

 

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