Ride Lonesome

Budd Boetticher


T. It.: L’albero Della Vendetta; Ass. R.: Jerrold Bernstein; Scen.: Burt Kennedy; F.: Charles Lawton Jr.; Mo.: Jerome Thoms; Scgf.: Robert Peterson; Mu.: Heinz Roemheld; Su.: Harry Mills; Int.: Randolph Scott (Ben Brigade), Karen Steele (Sig.Ra Lane), Pernell Roberts (Sam Boone), James Best (Billy John), Lee Van Cleef (Frank), James Coburn (Whit); Prod.: Budd Boetticher Per Ranown Pictures Corp; Pri. Pro.: 15 Febbraio 1959 35mm. D.: 75’. Col. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I viaggi attraverso un paese pericoloso. Una vita austera, e che vita potrebbe essere. Circostanze dove continuamente in un gruppetto di pochi si formano attriti tra gli amici male assortiti, combinazioni d’amicizia e di contraddizioni profonde, la vita vera caratterizzata dalla nostalgia e da grandi soddisfazioni, come violenza e humor assurdo in un modo che ci ricorda che il regista della leggendaria serie Ranown (regista Boetticher, produttore Brown e sceneggiatore Burt Kennedy) fu l’esempio più evidente e più forte seguito da Peckinpah in alcuni aspetti delle sue opere. “Pas de symboles, pas d’arrière-plans philosophiques, pas l’ombre de psychologie” (“Niente simboli, niente sfondi filosofici, neanche un’ombra di psicologia”), scriveva André Bazin, giudicando Seven Men from Now di Boetticher il “western perfetto” e notando che nei western del regista “une splendeur spécifique surgit de la superposition de l’extrême convention et de l’extrême féalité” (“Uno splendore specifico emerge dalla sovrapposizione dell’estrema convenzione e dell’estrema fedeltà”). Inoltre: “Boetticher a su se servir prodigieusement du paysage, de la matière variée de la terre, du grain et de la forme des rochers. Je ne pense pas non plus que la photogénie du cheval ait été depuis fort longtemps aussi bien exploitée” (“Boetticher ha saputo servirsi in modo prodigioso del paesaggio, della varia materia della terra, della testura e della forma delle rocce. Non penso nemmeno che la fotogenia del cavallo sia stata sfruttata cosi bene da tanto tempo”).
“Un uomo deve avere un motivo per andare a cavallo in mezzo a questi paesaggi”, sintetizza Randolph Scott in Ride Lonesome. Si tratta ancora di una storia di vendetta, come così spesso nei film di William S. Hart – di cui l’erede più autentico quale star del western, era Randolph Scott. Il protagonista è un prigioniero dei demoni della vita, che non potrà essere libero prima di aver vendicato l’assassinio di sua moglie. Il colpevole, l’arcidelinquente Lee Van Cleef (possiamo benissimo immaginare che Sergio Leone l’abbia notato proprio in questo ruolo), ha impiccato la moglie di Randy. Non si tratta dell’unico delinquente della storia e lo smalto del racconto nasce dal modo in cui rimane ambigua, per tutto il tempo, la demarcazione delle frontiere tra “buoni” ed “cattivi”. La tessitura è anche umoristicamente varia, ricca di charme comico in cui il nucleo è la comprensione delle cose fondamentali della vita, come la consapevolezza di quanto sia irraggiungibile, nella nostra esistenza, la semplice felicità. Tutti, appunto, sembrano rimanerne al di fuori per un soffio, tranne l’eroe. Anche il premio della bontà è amaro. La vita è qualcosa che va al di là della morale.

Peter von Bagh

Copia proveniente da

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