RĘkopis Znaleziony W Saragossie

Wojciech Has

T. it.: Il manoscritto trovato a Saragozza. T. int.: The Saragossa Manuscript. Sog.: dal romanzo omonimo di Jan Potocki. Scen.: Tadeusz Kwiatkowski. F.: Mieczysław Jahoda. M.: Krystyna Komosińska. Scgf.: Jerzy Skarżyński, Tadeusz Myszorek. Mus.: Krzysztof Penderecki. Int.: Zbigniew Cybulski (Alfonse Van Worden), Iga Cembrzyńska (principessa Emina), Elżbieta Czyżewska (Donna Frasquetta Salero), Gustaw Holoubek (Don Pedro Velasquez), Stanisław Igar (Don Gaspar Soarez), Joanna Jędryka (Zibelda), Janusz Kłosiński (Don Diego Salero), Bogumił Kobiela (Senor Toledo). Prod.: Zespół Filmowy Kamera. Pri. pro.: 2 settembre 1965. 35 mm. D.: 155′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Rękopis Znaleziony w Saragossie è un film surrealista su scala epica, e questo già basterebbe a renderlo unico e memorabile. Basato sul romanzo di Jan Potocki, si divide in due parti. La prima segue le disavventure di un nobile (Zbigniew Cybulski) nella Spagna del Settecento, ancora terrorizzata dall’Inquisizione e perseguitata dai fantasmi dei Mori. Nella seconda parte, un nobile seduto a tavola ascolta dalla bocca di un vecchio zingaro una serie di storie che si incastrano l’una dentro l’altra in un groviglio di sogno e realtà. Wojciech Has (1925-2000) approdò alla scuola cinematografica di Łódż dopo aver trascorso alcuni anni all’Accademia di belle arti di Cracovia e aver lavorato per uno studio di produzione di Varsavia specializzato in documentari. Regista estremamente versatile, è noto soprattutto per le due incursioni nel surrealismo: Saragozza e La clessidra (1974), un film a colori fosco e allucinatorio che almeno negli ambienti delle arti visive è diventato un’opera di culto. In questi film il regista mette a frutto il suo passato di documentarista e di artista figurativo: immagini affilatissime si scontrano con combinazioni fantasiose e sorprendenti di situazioni e composizioni visive che appaiono vive e tangibili. Grazie alla sua formazione il regista potrebbe essere definito l’equivalente cinematografico di Salvador Dalí. Non sorprende dunque che Rękopis Znaleziony w Saragossie fosse uno dei film preferiti di Luis Buñuel, che nella sua produzione più tarda (soprattutto il Il fascino discreto della borghesia) tentò in vari modi di ricreare gli intrecci complessi e sensuali prodotti dalle tecniche narrative di Has. Ma neanche il maestro del surrealismo riuscì a sorpassare le visioni del regista polacco: le storie di Has e le loro diramazioni danno vita a un felicissimo viaggio cinematografico in un mondo onirico nel quale tutto alla fine assume un senso, logico o paradossale che sia.

Petteri Kalliomäki

 

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