QUATRE NUITS D’UN RÊVEUR

Robert Bresson

Sog.: dal racconto Notti bianche (1848) di Fëdor Dostoevskij. Scen.: Robert Bresson. F.: Pierre Lhomme, Ghislain Cloquet. M.: Raymond Lamy. Scgf.: Pierre Charbonnier. Mus.: Michel Magne, F.R. David, Louis Guitar, Christopher Hayward. Int.: Isabelle Weingarten (Marthe), Guillaume des Forêts (Jacques), Jean-Maurice Monnoyer (l’inquilino), Lidia Biondi (la madre di Marthe), Patrick Jouané (il gangster), Giorgio Maulini (il fabbro). Prod.: Gian Vittorio Baldi per Victoria Film, Albina Films, I Film dell’Orso, O.R.T.F. DCP. D.: 87’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Costretto a rimandare il progetto della Genèse (che non realizzerà mai), due anni dopo Così bella, così dolce, Robert Bresson s’ispira nuovamente a un racconto di Dostoevskij, Le notti bianche. Da questa malinconica e sommessa opera giovanile erano già nati due film russi (uno per il cinema, del 1933, di Grigorij L. Rošal’ e Vera P. Stroeva, e uno televisivo del 1959, di Ivan Aleksandrovič Pyr’ev) e soprattutto il film di Luchino Visconti del 1957, calato in un’atmosfera onirica e in una Livorno interamente ricostruita in studio. Bresson, invece, lo ambienta nelle strade notturne della Parigi contemporanea e introduce poche ma rilevanti modifiche rispetto alla narrazione dostoevskiana: Jacques, l’impiegato ‘sognatore’ protagonista, diviene un pittore; incontra la ragazza, Marthe, di cui si innamorerà in una situazione più drammatica (mentre tenta il suicidio perché tormentata dall’assenza dell’uomo che ama); la nonna di Marthe/Nasten’ka si trasforma nel film in una madre ambigua.
Unico film di Bresson fotografato da Pierre Lhomme, è incentrato sulla dolorosa impossibilità sentimentale (la felicità di Marthe corrisponde all’infelicità di Jacques e viceversa) e sulla volontà, ispirata dalla paura, di sognare la vita anziché viverla veramente (Jacques si rifugia in un’esistenza immaginaria dipingendo e registrando al magnetofono i racconti degli amori che non vive). Bresson riprende quindi il motivo dell’inadeguatezza esistenziale e della solitudine di un io che, con la creatività, cerca di compensare l’inesistenza del proprio vissuto. L’ambientazione nel presente, dove appaiono hippy e bateau-mouche che percorrono la Senna, sottolinea l’isolamento dal reale non solo di Jacques ma anche di Marthe, che, rifiutandolo, lo spinge in una solitudine ancora più profonda.
Co-prodotto da Gian Vittorio Baldi, in Italia venne trasmesso direttamente dalla Rai in una versione tagliata delle sequenze di Marthe che si guarda svestita allo specchio e della ragazza abbracciata nuda all’inquilino.

Roberto Chiesi

Distributore italiano: Minerva Pictures

Copia proveniente da

In collaborazione con

Restaurato in 4K nel 2024 da Mk2 presso i laboratori Éclair Classics e L.E. Diapason, a partire dal negativo immagine e dal suono magnetico. Restauro e grading supervisionato da Mylène Bresson. Con il sostegno di CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée