PRAESIDENTEN
R., S., Sc., Scgf.: Carl Theodor Dreyer. S.: da un romanzo di Karl Emil Franzos. F.: Hans Vaagø. In.: Halvard Hoff (Karl Victor von Sendlingen, presidente di tribunale), Elith Pio (Franz Victor von Sendlingen, suo padre), Carl Meyer (Governor von Sendlingen, suo nonno), Olga Raphael-Linden (Victorine, sua figlia), Betty Kirkeby (la madre di Victorine), Richard Christensen (l’avvocato Berger), Peter Nielsen (il pubblico ministero), Jacoba Jessen (Maika), Hallander Hellemann (Franz, il domestico), Fanny Petersen (Birgitta), Jon Iversen (Weiden, il fidanzato di Victorine), Ch. Engelstoft (un giornalista). P.: Nordisk Film Kompagni.
35mm. L.: 1709m. D.: 92’ a 16 f/s
Scheda Film
“Il 1918 fu l’anno del debutto nella regia di colui che sarebbe divenuto il più grande nome internazionale del cinema danese. Carl Th. Dreyer, giornalista e pilota di mongolfiere, all’epoca aveva già lavorato sei anni per la Nordisk Films Kompagni, prima come assistente sceneggiatore e autore di didascalie, poi come sceneggiatore. Così, quando si propose anche come aspirante regista, non incontrò eccessive difficoltà. La sua opera prima fu Praesidenten, tratto da un romanzo del 1850 dello scrittore austriaco Karl Emil Franzos. Dreyer aveva lavorato alla sceneggiatura del film eliminando tutti gli argomenti politici e sociali presenti nel romanzo, ricco di riferimenti alla struttura delle classi sociali e alla situazione politica austriaca. Ciò che interessava Dreyer era la storia dei protagonisti, tre uomini di generazioni differenti, i quali non riescono a far fronte alle proprie responsabilità nei confronti di donne appartenenti a una diversa classe sociale e madri dei loro figli. La storia è incentrata sulla figura di un giudice che deve scegliere se salvare la propria rispettabile posizione sociale o la propria figlia illegittima, accusata di aver ucciso il suo bambino, a sua volta figlio illegittimo.
Il film ha sempre fatto parte della collezione Dreyer del Danish Film Institute, ex Danish Film Museum. Ma la copia d’archivio stampata negli anni Cinquanta dal negativo originale del film è in bianco e nero. Sappiamo che la Nordisk Film, a partire dal 1907, distribuiva i propri film in versioni colorate, utilizzando un proprio metodo per contraddistinguere le varie colorazioni. Molte di queste indicazioni andarono perdute nella ristampa degli anni Cinquanta. Nel 1998 l’archivio, con la collaborazione della storica danese Marguerite Engberg, ha deciso di tentare una ricostruzione della versione colorata del film a partire dal negativo montato negli anni Cinquanta, insieme alle didascalie, al manoscritto della sceneggiatura e a un copione di montaggio parzialmente conservato. Le 224 inquadrature sono state registrate contrassegnando i 116 spazi per le didascalie. Per ricostruire le colorazioni è stato utilizzato il copione di montaggio, che conteneva informazioni dalle quali è stato possibile desumere quali scene presentassero le stesse colorazioni. Le indicazioni sono state confrontate a precedenti esperienze di colorazione della Nordisk Films Kompagni. Il restauro è stato ultimato nel febbraio 1999 e presentato per la prima volta a Copenhagen lo stesso anno. Le didascalie originali danesi sono state tradotte in inglese nella copia che presentiamo”. (Dan Nissen)