PO ZAKONU

Lev Kulešov

T. alt.: Dura Lex; Sog.: dal racconto di Jack London “The Unexpected”; Scen.: Lev Kulešov, Viktor Šklovskij; F.: Kostantin Kuznecov; M.: Lev Kulešov; Scgf.: Isaak Mahlis; Int.: Aleksandra Hohlova (Edith Nilsen), Sergej Komarov (Hans Nilsen), Vladimir Fogel’ (Michael Deinin), Porfirij Podobed (Detci), Petr Galadžev (Herke); Prod.: Goskino 35mm. L.: 1656 m. D.: 81’ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La precisione matematica di ogni gesto e di ogni movimento contribuisce all’effetto globale prodotto da ogni personaggio e da ogni episodio. Nel suo studio, Kulešov insegnava a considerare le mani, le braccia, le gambe, come le parti più espressive del corpo di un attore e nel film i movimenti contribuiscono a creare la tensione in egual misura della mimica facciale. La stessa intensità di “rappresentazione” della Hohlova e di Fogel’, sbalorditiva per la critica straniera, provò semplicemente quanta ragione avesse Kulešov di evitare ogni “rappresentazione”. Perfino Šklovskij, pur avendo lavorato alla preparazione del film in tuti i suoi stadi, confessò: “Kulešov ha ottenuto con questo film un risultato più grande di quanto io non mi aspettassi”. Per parafrasare il giudizio di Edmund Wilson su Turgenev, Kulešov in un solo film ha perfe- zionato “l’arte moderna di fare della critica sociale attraverso una narrazione che è presentata oggettivamente, organizzata con parsimonia ed esposta in uno stile raffinato ed elegante”.

Jay Leyda, Storia del cinema russo e sovietico, Il Saggiatore, 1964

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