PIKOVAJA DAMA
Sog.: dal racconto La dama di picche di Aleksandr Puškin. Scen.: Fëdor Ocep, Jakov Protazanov. F.: Evgenij Slavinskij. Scgf.: Vladimir Balljuzek, S. Lilienberg, Valerij Pšibytnevskij. Int.: Ivan Mozžuchin (Germann), Vera Orlova (Liza), Elizaveta Šebueva (la contessa), Tamara Duvan (la contessa da giovane), Polikarp Pavlov (il conte), Nikolaj Panov (il conte di Saint- Germain), Georgij Azagarov (Tomskij). Prod.: Iosif Ermol’ev. 35 mm. L.: 1142 m. D.: 55’ a 18 f/s. Bn.
Scheda Film
Pikovaja dama è la monumentale versione cinematografica del racconto di Aleksandr Puškin su un giovane di modesti mezzi che rimane impressionato dalla storia di una vecchia contessa e del suo segreto per vincere al gioco e finisce per uscire di senno. Il film doveva essere la pellicola più ambiziosa dello studio cinematografico di Ermol’ev. I suoi autori si aspettavano il trionfo, e così fu: l’anteprima raccolse gli elogi degli amici cineasti, cui fece seguito il meritato successo di pubblico e critica. Il film si spingeva ben oltre la semplice illustrazione, mostrando le potenzialità del mezzo cinematografico nella trasposizione sullo schermo di fonti letterarie.
Il regista Jakov Protazanov non poneva limiti all’inventiva di scenografi, attori e direttore della fotografia: ciascuno di essi era considerato coautore a pieno titolo. L’operatore Evgenij Slavinskij riesce a mostrare lo scorrere del tempo senza dover ricorrere alle didascalie: gli basta sfruttare i cambiamenti della luce che filtra dalle finestre. Lo scenografo Vladimir Balljuzek trasferisce nel teatro di posa le riprese in esterni, per escludere dall’inquadratura qualsiasi elemento di casualità ed esaltare la composizione artistica. Per i momenti di forte turbamento emotivo vengono impiegate carrellate ‘di avvicinamento’ e riprese di spalle che attestano il precoce utilizzo della soggettiva nel cinema prerivoluzionario. Grazie ai suoi gesti e ai movimenti del capo e del corpo, il Germann interpretato da Ivan Mozžuchin mette in luce un profilo da rapace che rimanda a Napoleone, cui del resto il protagonista del racconto si ispira. È in sostanza lo sviluppo visivo di questa dominante a condurre Germann alla pazzia.
Erano due i film in cui la critica dell’epoca vedeva la sintesi degli altissimi risultati conseguiti dal cinematografo russo: Portret Doriana Greja (Il ritratto di Dorian Gray, 1915) del grande regista teatrale Vsevolod Mejerchol’d e questo Pikovaja dama. Pur riconoscendo l’eccellenza di entrambe le opere, il primato veniva assegnato al film di Protazanov: in esso il regista era infatti riuscito a infondere l’essenza stessa del cinema e a trasformarla in esperienza a beneficio dello spettatore.
Alisa Nasrtdinova