PERSEPOLIS

Marjane Satrapi

Sog.: dall’omonimo graphic novel di Marjane Satrapi. Scen.: Vincent Paronnaud. M.: Stéphane Roche. Scgf.: Marisa Musy. Mus: Olivier Bernet. Int.: Chiara Mastroianni (Marjane adolescente e adulta), Catherine Deneuve (la madre), Danielle Darrieux (la nonna), Simon Abkarian (il padre), Gabrielle Lopes Benites (Marjane bambina), François Jerosme (zio Anouche). Prod.: Sony Pictures Classics-Quinta Communications. DCP. 96′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Superbamente elegante e semplice, Persepolis è tratto dalla serie a fumetti dell’artista franco-iraniana Marjane Satrapi, racconto di formazione che posso solo descrivere come un’autobiografia in forma di graphic novel. Satrapi ha co-sceneggiato e co-diretto la versione cinematografica, che è una delizia: divertente e commovente nella sua estrema autenticità, e abile nel riprodurre il lavoro grafico con tratti ampi e audaci […]. Cosa rara nel cinema, il film ha l’urgenza di raccontare una storia nuova e la capacità di farlo in un modo nuovo.
La storia è quella di Marjane, una ragazzina che cresce nell’Iran prerivoluzionario degli anni Settanta. È la figlia adorata e coccolata di attivisti laici e benestanti che si oppongono allo Scià e assistono alle vessazioni e alle incarcerazioni cui sono sottoposti i loro familiari. Quando arriva la rivoluzione i genitori di Marjane e i loro amici – fumatori accaniti, bevitori d’alcol, amanti della vita e delle discussioni – sulle prime la accolgono con favore. […] Scoprono però che lo Stato islamico è destinato a durare. E che odia più di tutti un gruppo di persone: le donne.
Marjane, soprattutto da ragazzina, è un personaggio magnifico, intelligente, vulnerabile, con un amore gioioso e politicamente scorretto per la cultura trash occidentale. Ricorda un po’ Lisa Simpson e ancor più Lucy van Pelt dei Peanuts, ma con una serietà e una determinazione tutte sue. È vicina alla madre e più ancora alla nonna saggia e mondana, da cui prende la sagace ironia. La sua è una storia divertente e profondamente coinvolgente, le cui stilettate contro la misoginia delle classi dirigenti iraniane sono però sufficienti a suscitare rabbia. […]
Adolescente e poi ventenne, Marjane viene mandata all’estero per una caotica istruzione in Europa, dove sperimenta la sottile condiscendenza e misoginia che l’Occidente ha da offrire: ne deriva il complesso e agrodolce sentimento d’esilio che Satrapi ha coltivato nei suoi romanzi a fumetti e in questo film molto seducente e appassionante.
Persepolis ci dona il puro piacere del racconto, raramente sperimentato nel cinema moderno e perfino nella narrativa: una storia avvincente su cosa significhi per una bambina creativa e solitaria entrare nella vita adulta e scoprire una corrispondenza tra il proprio tumulto interiore e gli sconvolgimenti geopolitici.

Peter Bradshaw, “The Guardian”, 25 aprile 2008