Party Girl
T. It.: Il Dominatore Di Chicago; Sog.: Leo Katcher; Scen.: George Wells; F.: Robert Bronner; Mo.: John Mcsweeney Jr.; Scgf.: William A. Horning, Randall Duell; Mu.: Jeff Alexander, André Previn; Int.: Robert Taylor (Thomas Farrell), Cyd Charisse (Vicki Gaye), Lee J. Cobb (Rico Angelo), John Ireland (Louis Canetto), Kent Smith (Jeffrey Stewart), Claire Kelly (Gene- Vieve), Corey Allen (Cookie La Motte), David Opatoshu (Lou Forbes), Lewis Charles, Ken Dibbs, Patrick Mcvey, Myrna Hansen, Erich Von Stroheim Jr.; Prod.: Joe Pasternak Per Euterpe Inc. E Metro-Goldwyn-Mayer; Pri. Pro.: 28 Ottobre 1958; 35mm. D.: 99′. Col.
Scheda Film
“(…) Nell’uso complesso del colore e del simbolismo, Ray dà il meglio di sé, forse soprattutto nel modo in cui ottiene, comunica ed provoca emozioni attraverso le sfumature degli abiti di Vicki. Al primo incontro con Farrell, alla stessa festa alla quale Rico le aveva chiesto di accompagnarlo pagandola, la ragazza indossa un abito color rosso scarlatto. Il colore evoca così tanto il suo stile di vita che l’avvocato si sente immediatamente autorizzato a commentare la sua immoralità. Alla fine della serata, tuttavia, a questa prospettiva tanto abusata e ristretta viene data maggiore profondità attraverso una dissolvenza che segue il rosso del sangue della sua coinquilina nel bagno con lo stesso vestito rosso, indossato da Vicky che si trova in stato di shock all’ospedale: da adesso il rosso esprime non solo sessualità, ma anche pericolo e morte. Si veste nuovamente di rosso solo quando, nel tentativo di convincerlo a diventare testimone di stato, va a trovarlo nella camera d’albergo prenotata da Stewart. L’appuntamento sfocia nel rapimento di Vicki da parte di Rico, il quale, per convincere Farrell a ritirare di nuovo la sua testimonianza, prende una bottiglia di acido da una borsa bianca e lo versa su una decorazione natalizia in carta rossa, prima di portare Vicki nella stanza, con indosso ancora la gonna rossa e il viso coperto da bende bianche. Senza mostrare atti violenti contro Vicki, Ray rivela – associando l’apparizione di Vicki con la campana di carta e con il nostro ricordo della morte della sua coinquilina – tutta la crudeltà della violenza che la minaccia”.
Geoff Brown, The Films of Nicholas Ray. The Poet of Nightfall, BFI, London, 2004, pp. 133-134