PARIS QUI DORT
T. alt.: Le Rayon de la mort. Sog., Scen.: René Clair. F.: Maurice Desfassiaux. M.: René Clair. Scgf.: André Foy. Mus.: Jean Wiener. Int.: Henri Rollan (Albert), Madeleine Rodrigue (Hesta), Albert Préjean (l’aviatore), Marcel Vallée (il ladro), Charles Martinelli (il professor X), Myla Seller (la nipote del professor X), Louis Pré Fils (il detective), Antoine Stacquet (l’industriale miliardario). Prod.: Henri Diamant-Berger per Les Films Diamant. DCP. D.: 59’. Bn.
Scheda Film
Il guardiano della Torre Eiffel si sveglia mentre Parigi, per la follia di uno scienziato, si è immobilizzata. La città diventa allora il parco giochi della sua fantasia e di quella dei suoi festosi compagni sfuggiti al ‘raggio diabolico’. Opera insieme irriverente ed elegante, piena di spirito e di poetica allegria, Paris qui dort porta un vento di libertà. Con questo primo film René Clair osa, per citare le sue parole, “riportare il cinema alle sue origini per liberarlo da tutta la falsa arte che lo soffoca”. Il film è girato in economia di mezzi durante l’estate del 1924. Una copia lavoro viene presentata alla stampa a novembre, ma l’uscita del film tarda perché il cineasta è impegnato con Entr’acte. Nel primo montaggio si vedono ancora circolare alcuni passanti. Un’altra versione, in cui tutto appare immobile, sarà distribuita in Inghilterra nel gennaio del 1925, poco prima dell’uscita del film a Parigi.
Stéphanie Salmon
Il primo film di René Clair è una fantasia comica che sintetizza buona parte della prassi dell’avanguardia narrativa dell’epoca. […] Il suo carattere grezzo attestava il desiderio del regista di resuscitare la “tradizione prebellica, vale a dire la tradizione delle comiche francesi” e delle féeries di Méliès. Anche se con i registi dell’avanguardia narrativa condivideva l’attrazione per la ‘macchina cinematografica’, Clair disapprovava ciò che considerava il loro eccessivo estetismo e orientò il dispositivo verso fini diversi. In Paris qui dort, quindi, il film d’avanguardia narrativa è messo esplicitamente al servizio di una fantasia divertente e di una visione sociale brillante e satirica.
[…] Come alcuni suoi predecessori, Paris qui dort si inventa una mescolanza di reale e fittizio, di realtà e fantasia. L’insieme è però dissimile dagli esiti di L’Herbier, Epstein e Dulac. E non comporta affatto la complessità delle figure retoriche o delle relazioni sintattiche che caratterizzano la produzione di quest’ultimi. Il film di Clair è composto in gran parte da riprese documentaristiche di Parigi, dei suoi famosi monumenti, dei suoi abitanti, dei veicoli che percorrono le sue strade. […] Riproducendo quel primo momento in cui le fotografie si animarono e ‘presero vita’, Paris qui dort recupera la magia del cinema con una semplicità che ricorda Sherlock Jr. (1924) di Buster Keaton. […] Nonostante tutte le sue longueurs e i suoi difetti di esecuzione, il film di Clair offre la visione originalissima di un altro, meraviglioso mondo.
Richard Abel, French Cinema. The First Wave 1915-1929, Princeton University Press 1984