OTHER MEN’S WOMEN

William A. Wellman

Sog., Scen.: Maude Fulton. F.: Barney McGill. M.: Edward M. McDermott. Int.: Grant Withers (Bill), Mary Astor (Lily), Regis Toomey (Jack), James Cagney (Ed), Joan Blondell (Marie), Fred Kohler (Haley), J. Farrell MacDonald (Peg Leg), Lillian Worth (cameriera), Walter Long (Bixby). Prod.: Warner Bros Pictures, Inc., The Vitaphone Corp.  35mm. D.: 70’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Scrive Daniel Kasman (in William A. Wellman: A Dossier): “Se i film di William A. Wellman vivono e si nutrono di aviazione – essendo il regista un pilota – il mezzo di trasporto a cui più somigliano non è l’aereo ma il treno. I convogli ferroviari, come gli appartamenti che a essi si ispirano con le loro in late di stanze, sono costruiti esattamente come i film di Wellman: una successione di segmenti distinti. Nel cinema di Wellman il film è un treno e le singole scene sono i vagoni, dei quali si potrebbe per no alterare l’ordine sganciandoli e riagganciandoli a piacimento”.

La scena d’apertura di Other Men’s Women incarna perfettamente questa metafora: un treno giunge nei pressi di una trattoria e un vivace macchinista di nome Bill (Grant Withers) salta giù e conta i vagoni che gli passano davanti. Nella trattoria Bill pranza e irta con una cameriera (che ammiccante e avveduta risponde colpo su colpo alle sue facezie). Prima di andarsene, pronto a saltare nuovamente a bordo, Bill lancia alla ragazza un chewing-gum e una battuta: “Mordila e pensa a me”. L’allegria di questa scena è ingannevole: ben presto il lm si concentra, come spesso accade in Wellman, sulla disperata amarezza della vita. Ma nonostante questa visione spietata, o forse proprio grazie ad essa, Other Men’s Women è pervaso dall’immediatezza dell’esperienza. Wellman cambia spesso il tono del lm a suo piacimento e ne sottolinea la fisicità. Il lavoro crea legami tra i personaggi, che scavano buche per piantare i piselli o si tagliano i capelli a vicenda, e li separa, come scopre tristemente Jack (Regis Toomey) dopo essersi azzuffato con il suo collega e migliore amico Bill a bordo di un treno in corsa. Il cast è il piacere personificato, con le straordinarie (e sottovalutate) interpretazioni di Withers e Toomey, una radiosa (e giovane) Mary Astor e le formidabili apparizioni di James Cagney e Joan Blondell, qui agli inizi delle loro carriere. Il susseguirsi delle espressioni sul volto di Blondell, che passa dalla pura gioia alla pura disperazione in una scena in cui lei e Withers ubriachi discutono del loro futuro, è già di per sé una ragione sufficiente per guardare e riguardare Other Men’s Women.

Gina Telaroli