Una delle pizze era un 35 mm del 1919, un documentario educativo prodotto dalla Ford Motor Company sulle abitazioni portatili, intitolato Home Made. Sembrava a tutti
gli effetti un documentario di routine, finché non notai un primo piano di un calendario.
Rimasi così stupito che fermai la proiezione. Quell’immagine era esattamente la stessa che si vede più volte in One Week (Una settimana). (…) Era chiaro: Una settimana non era altro che una parodia di quel documentario. C’era un matrimonio in cui si vedeva una Ford modello T, così come nel film di Keaton, e c’era l’immagine ricorrente del calendario che serviva a spiegare come fosse possibile costruire una casa in una sola settimana.

Una settimana è uno splendido film, brillantemente concepito e girato in maniera impeccabile. A una distanza siderale delle comiche di Arbuckle, al punto da far sembrare quelle degli esempi piuttosto rudimentali. E all’epoca Keaton aveva soltanto 24 anni. Ricordo di esser rimasto sbalordito, la prima volta che l’ho visto, dalla sequenza in cui Buster esce dal bagno e cade nel vuoto. Keaton spiegò come avessero scavato una buca, l’avessero riempita di paglia e avessero poi coperto il tutto con della terra. (…) Alla fine della giornata il gomito gli era diventato grande il doppio e anche il resto del corpo portava i segni delle ripetute cadute. Al Gilmore, il suo assistente atletico, quella sera lo cacciò sotto la doccia per un quarto d’ora e poi lo massaggiò con olio d’oliva.

Kevin Brownlow, The Search for Buster Keaton (Cineteca di Bologna di prossima pubblicazione)