ONE A.M.

Charles Chaplin

Scen.: Charles Chaplin. F.: Roland Totheroh. Scgf.: E.T. Mazy. Int.: Charles Chaplin (ubriaco), Albert Austin (tassista). Prod.: Charles Chaplin per Lone Star Mutual. Pri. pro.: 7 agosto 1916. DCP. 2 bobine / 2 reels.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Da: Blackhawk Collection

Nonostante il successo di pubblico e critica di questo virtuoso, irresistibile assolo, Chaplin non amò mai particolarmente One A.M. Gli archivi Chaplin ci offrono ora una possibile interpretazione del perché e forse una chiave di lettura nuova sulla genesi di un film che costituisce un caso unico in tutta la filmografia chapliniana. Il 2 agosto 1916, ovvero cinque giorni prima dell’uscita del film nelle sale americane, Tom Harrington, l’allora cameriere e stenografo di Chaplin, inviava al fratello di Charlie, Sydney, un telegramma notturno in cui si legge: “Charlie molto depresso da due settimane. Non riesce a venire a capo alla storia. Vorrebbe che tu fossi qui. Se non si riprende nei prossimi due giorni temo bucherà data di uscita del prossimo film. Molto importante che tu abbandoni subito i tuoi affari a New York e vieni qui per tre o quattro settimane. Non dire a Charlie di questo telegramma potrebbe rimanerci male […]”. Da un altro telegramma inviato stavolta da Charlie a Sydney il 31 luglio, scopriamo che Chaplin stava in realtà lavorando a The Count, ma non riusciva a mettere a fuoco la storia. Un film come One A.M. che si affidava completamente alla destrezza fisica e interpretativa del suo autore poteva essere stata dunque la risposta alla tormentata ideazione di una sceneggiatura. Completato One A.M., Chaplin contattò nuovamente il fratello. Il tono del telegramma è simile a quello inviato da Harrington e conferma non solo il ruolo fondamentale ricoperto da Sydney Chaplin in quegli anni, ma anche un’insospettabile impasse creativa: “Gli ultimi due film mi hanno molto preoccupato e ho bisogno del tuo aiuto. Lascia tutto e vieni a Los Angeles entro sabato dodici agosto e aiutami a dirigere il prossimo film. Rispondimi al più presto. Charlie”. In One A.M. Chaplin rispolvera il repertorio di routine classiche che aveva sviluppato con Karno – in questo caso il numero dei Mumming Birds – elevandolo a livelli di perfezione interpretativa e spingendolo fino alle soglie di un vero e proprio incubo. Con oltre cinquanta inquadrature, molti più movimenti di macchina del solito, e in poco più di venti minuti, Chaplin mette in scena una sorta di lotta contro gli elementi (domestici), una sfida antropomorfizzata con animali impagliati, tappeti, scale e infine un letto pieghevole che fa pregustare lo scontro finale uomo-macchina in Modern Times.

Copia proveniente da

Restaurato nel 2013 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata in collaborazione con Lobster Films e Film Preservation Associates