On The Waterfront

Elia Kazan


 

Tit. It.: “Fronte Del Porto”; Scen.: Budd Schulberg, Da Un Racconto Di Budd Schulberg Basato Su Una Serie Di Articoli Di Malcolm Johnson; F.: Boris Kaufman; M.: Gene Milford; Scgf.: Richard Day; Cost.: Anna Hill Johnstone; Trucco: Fred Ryle; Mu.: Leonard Bernstein; Su.: James Shields; Ass.R.: Charles H. Maguire; Int.: Marlon Brando (Terry Malloy), Eva Marie Saint (Edie Doyle), Karl Malden (Padre Barry), Lee J. Cobb (Johnny Friendly), Rod Steiger (Charley Malloy), Martin Balsam (Gillette), Pat Henning (“Kayo” Dugan), Leif Erickson (Eddy Glover), Tony Galento (Truck), Tami Mauriello (Tillio), John Hamilton (Pop Doyle), Arthur Keegan (Jimmy), James Westerfield (Big Mac), John Heldabrand (Mutt), Rudy Bond (Moose), Don Blackman (Luke), Pat Hingle (Barista); Prod.: Sam Spiegel Per Horizon-American Corp.; 35mm. D.: 108’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

On the Waterfront ottenne uno straordinario successo di pubblico e critica, che rese necessaria la stampa di molte copie, sia all’epoca della prima uscita sia in occasione delle successive riedizioni. Per questo motivo, il negativo originale ha sofferto vari danneggiamenti. Quando On the Waterfront nel 1992 venne restaurato dalla Sony Pictures in collaborazione con il Museum of Modern Art, furono utilizzate le più moderne tecniche fotochimiche di sviluppo e stampa allora conosciute. Dieci anni più tardi, l’evoluzione e la disponibilità di tecnologie digitali consentono di ottenere risultati di gran lunga superiori. Per questo tipo di lavoro è stato essenziale poter inserire le scene o le sequenze rielaborate in digitale all’interno della pellicola originale, senza che le parti sostituite determinassero effetti innaturali.

Grover Crisp – Sony Columbia

 

On the Waterfront fu il frutto di uno straordinario incontro di talenti brillanti, e questo probabilmente contribuì a farne un film così contraddittorio e straziante: si sprigiona un’energia in cui si confrontano crudo realismo, teatralità, un’atmosfera onirica straniata. Ma è anche uno scabro film d’esterni, dove la forza delle vere zone portuali newyorkesi piega e stravolge le tracce di un impianto teatrale.

Vediamo il tremore dei personaggi sul porto e la condensa del loro respiro, quasi avvertiamo il freddo pungente e il vento implacabile che tormenta i volti: Kazan voleva calare i suoi attori in condizioni estreme, per esporli meglio alla verità fisica e spirituale. Il tessuto narrativo di On the Waterfront reca i segni di molti generi: film realista, ma anche opera intimista, melodrammatica, poliziesca. E naturalmente film di profondo impegno civile: nel quadro del gangsterismo interno ai sindacati, l’abuso va denunciato, fare i nomi è un atto responsabile, e anche una terapia personale da cui può nascere un rapporto felice tra un uomo e una donna. Elia Kazan e Budd Schulberg, autore del soggetto, davanti alla commissione McCarthy avevano “fatto dei nomi”: per loro, On the Waterfront fu uno sforzo terapeutico per trovare un’autoassoluzione.

Peter von Bagh

Copia proveniente da