NOZZE D’ORO
Sog.: Arrigo Frusta; F.: Angelo Scalenghe; Int.: Alberto Capozzi, Mary Cléo Tarlarini, Luigi Maggi, Mario Voller Buzzi, Giuseppe Gray, Paolo Azzurri, Oreste Grandi, Ernesto Vaser, Norina Rasero; Prod.: Ambrosio 35mm. L.: 455 m. D.: 23’ a 18 f/s. Col.
Scheda Film
Il 1911, 50° anniversario dell’Unità, è per l’Italia un anno di apoteosi nazionale e anche il cinema si schiera entusiasticamente in parata, da un lato celebrando i fasti delle glorie patrie, dall’altro arrogandosi il gravoso compito di “fare gli italiani”. Infatti, a cinquanta anni dalla proclamazione dell’Italia unita, l’accorata invocazione di D’Azeglio rimane quanto mai di attualità, visto che gran parte della popolazione, ancora nel primo decennio del ‘900, dimostra una vacillante e precaria coscienza nazionale. La promozione dell’“italianità” diventa uno degli obiettivi primari della classe dirigente del paese, dall’establishment politico alle élites culturali. E in questa missione il cinema scende in campo con tutte le proprie armi, allineandosi in quella strategia di comunicazione incentivata dalle istituzioni che guarda al passato, ma si rivolge al futuro, che utilizza la grandezza della storia nazionale quale specchio di un presente esibito come altrettanto glorioso, che esalta l’universalità della cultura italica come legittimo viatico per il definitivo ingresso dell’Italia nel gotha delle potenze mondiali. In questo clima di grandeur patriottica il cinema italiano azzarda il confronto con le vette siderali della cultura italiana di ogni tempo, confrontandosi con Dante (Inferno, Milano Films; Inferno, Helios Film; Purgatorio, Helios Film), con Tasso (Gerusalemme liberata, Cines; Aminta, Helios), con Manzoni (I promessi sposi, Film d’Arte Italiana) ma anche con gli splendori della storia antica (Odissea, Milano Films; La caduta di Troia, Itala Film). Nel fervore celebrativo che contraddistingue il 1911 i soggetti patriottici sono evidentemente privilegiati, tanto che nel corso dell’anno saranno prodotti ben sette film dedicati alle lotte risorgimentali, tra cui il magnifico Nozze d’oro (Ambrosio), omaggiato del primo premio per la “categoria artistica” al già citato concorso torinese. L’orgoglio nazionale che deborda dagli schermi riguarda direttamente anche lo status della cinematografia italiana che nel 1911 può vantare una sostanziale crescita dal punto di vista produttivo, commerciale, formale e stilistico. Si sta infatti affermando a livello internazionale una scuola italiana che ha come punti di forza i film storici in costume, ma anche il genere comico seriale: Cretinetti (André Deed), Tontolini (Ferdinand Guillaume), Robinet (Marcel Fabre), Cocciutelli (Eduardo Monthus). Grazie alle qualità artistiche e tecniche di realizzatori ormai di lungo corso come Caserini, Maggi, Vitrotti, De Liguoro e di registi emergenti come Guazzoni, Antamoro e Del Colle il cinema italiano è in grado di rivaleggiare con le migliori produzioni straniere sia nella forma che nei contenuti, adottando soluzioni stilistiche all’avanguardia e avventurandosi in soggetti e formule innovativi come il dramma “sensazionale” di ispirazione danese o il serial “giallo” sul modello francese, lanciato in Italia dalla Pasquali con la serie del ladro gentiluomo Raffles. Ma il grado di maturità dell’industria cinematografica italiana si denota soprattutto per la rapidità con cui le maggiori case di produzione già nel 1911 riescono ad adeguarsi alla modalità del lungometraggio: i 1000 metri de La Gerusalemme liberata (Cines), i 1200 di Inferno (Milano Films) o i 1350 di Pinocchio (Cines) sono solo il prodromo delle dimensioni pluri-chilometriche dei successivi Quo vadis? e Cabiria, ma anche un passo deciso verso il successo mondiale degli anni seguenti.
Restauro realizzato nel 2010 da Cinémathèque de Toulouse, Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema, presso il laboratorio L‘Immagine Ritrovata, a partire da una copia positiva nitrato colorata con didascalie italiane conservata dalla Cinémathèque di Toulouse. Le colorazioni sono state reintegrate dopo un confronto con due copie positive nitrato conservate dal BFI National Archive e dalla Lobster Films. L’intervento è parte di un progetto di salvaguardia e valorizzazione promosso dal Museo Nazionale del Cinema dedicato ai film premiati al Concorso Cinematografico bandito in occasione dell’Esposizione Internazionale svoltasi a Torino nel 1911