NORTH STAR
Sg.: Lilliam Hellman. M.:Aaron Copland, Ira Gershwin. F.: James Wong Howe. In.: Anne Baxter, Dana Andrews, Walter Huston, Walter Brennan, Farley Granger, Erich Von Stroheim. P.: Samuel Goldwyn per RKO. D.: 102’
Scheda Film
Con l’entrata in guerra dell’URSS a fianco degli Alleati, si pose il problema di convincere il pubblico americano di quanto fossero buoni i russi. Nacque così, per un brevissimo periodo compreso fra l’anticomunismo degli anni Trenta e la caccia alle streghe degli anni Cinquanta, un incredibile cinema “stalinista” americano. Da un lato film come North Star mostrano che i russi in fondo sono esseri umani come “noi”, dall’altro Mission to Moscow cerca di dimostrare che Stalin era una specie di santo. A parte l’interesse storico, la regia di Milestone e la presenza di un cast notevole garantiscono al film un innegabile valore.
“Il produttore Samuel Goldwyn e la scrittrice Lillian Hellman hanno collaborato per uno dei film più spettacolari sull’invasione nazista dell’URSS. […] Lewis Milestone ha ovviamente cercato di enfatizzare il “colore” del popolo russo ma quando inizia l’azione […], il regista la rende con grande enfasi. In generale si tratta di uno sforzo registico notevole, così come lo è la fotografia di James Wong Howe.” (“Variety”, 13/10/1943)
“North Star nasce agli inizi del 1942 quando Harry Hopkins, alter ego di Roosevelt chiese alla Hellman di pensare ad un documentario da girarsi in studio. Divertita all’idea, cominciò a pianificare il lavoro con due dei principali talenti di Hollywood, il regista William Wyler e l’operatore Gregg Toland. […] I sovietici accettarono di cooperare per bocca del Ministro degli esteri Molotov. […] Seguirono parecchi rinvii. Poi Wyler si arruolò nell’aviazione dell’Esercito. […] [La Hellman] e Goldwyn si accordarono su quello che più tardi lei descrisse come un “film semidocumentaristico, semplice, con ricerche accurate” che si sarebbe girato nella sua tenuta di dieci acri. […] il “soggetto lungo” di Goldwyn soffocò il testo con una sovrabbondanza di talenti. […] I revisori dell’OWI elogiarono il soggetto della Hellman come “un lavoro magnifico per umanizzare la gente comune russa”. […] Sembra che i leader russi abbiano visto North Star con ilarità mista a un profondo apprezzamento per il suo potenziale propagandistico per le masse. Quando Lillian Hellman visitò l’URSS con una missione culturale ufficiale nel 1944 […] trovò che nella capitale il film veniva visto come ‘un grande scherzo’”. (G.Black, C. Koppes, La guerra di Hollywood, ed. Il Mandarino)
“La politica cambia; e a questo cambiamento sono vincolati, naturalmente, i film propagandistici. Così, quando America e Russia combattevano un comune nemico, Milestone diresse The North Star (Fuoco a Oriente, 1943), un film esaltante le virtù del popolo sovietico; poi, quando gli Alleati si divisero, Wellman realizzò un film tutto l’opposto come contenuto: The Iron Curtain (Il sipario di ferro, 1948). […] Di Milestone si respira talvolta il tema del suo “pacifismo”, e si avverte qua e là qualche scena o sequenza umanamente efficace: come quelle, ad esempio, in cui agisce Erich Von Stroheim; attore che riesce a creare, ancora una volta, una figura viva, quella dell’ufficiale tedesco.” (Guido Aristarco, recensione apparsa in “Cinema“, Anno II, n.31,maggio 1949). “Appena sette anni dopo aver scritto The North Star, la Hellman fu chiamata davanti all’House Committee on Un-American Activities (HUAC). Il suo film, prodotto anche su richiesta del governo degli Stati Uniti, fu portato come prova contro di lei. Messa nella “lista nera” di Hollywood, la Hellman scrisse un solo altro film (The Chase, Columbia, 1966). Cinque anni dopo la sua deposizione, The North Star fu programmato in televisione con il titolo Armored Attack. Rimontato pesantemente e con un assurdo commento fuori campo, il film fu trasformato in un film di propaganda antisovietica sull’invasione dell’Ungheria nel 1956”. (Brett Westbrook, Fighting for What’s Good in “Film History“, Vol. 4, 1990)