NERONE
Sog., Scen.: Arrigo Frusta. F.: Giovanni Vitrotti. Scgf.: Decoroso Bonifanti. Int.: Alberto Capozzi (Nerone), Lydia De Roberti (Poppea), Mirra Principi (Ottavia), Luigi Maggi (Epafrodito), Dirce Marella (ancella di Ottavia), Ernesto Vaser (senatore; uomo del popolo), Ercole Vaser (spione), Serafino Vité, Leo Ragusi (uomini del popolo), Paolo Azzurri (senatore). Prod.: S.A. Ambrosio DCP. D.: 15’ Imbibito
Scheda Film
Successone distribuito nel mondo in 342 copie (il numero lo riferisce lo stesso Arturo Ambrosio, padrone di casa). In effetti, è ancora oggi uno spettacolo spassoso. Frusta estrae dalla vulgata sull’imperatore crudele per antonomasia l’aspetto a modo suo sentimentale: quella di Nerone è la storia di un amour fou. Lui e Poppea, anime tragicamente affini, si crogiolano negli abissi della loro passione. Il resto può anche andare a fuoco. E l’insulsa Ottavia beccarsi una daga nella schiena. La scena dell’incendio di Roma non ci colpisce solo per l’evidente magnificenza visiva: ci turbano soprattutto i due amanti, che dal lato sinistro dell’inquadratura contemplano il rogo terribile e sublime, trovandovi ispirazione per nuove effusioni erotiche. Il seguito è una successione di misteri: che fine ha fatto Poppea? Per quale motivo Nerone si ritrova torturato e allucinato dal rimorso (non per l’incendio, non per Ottavia, ma per aver messo a morte i cristiani)? Forse i due eventi sono intimamente legati: la scomparsa dell’amata apre la porta all’irruzione dei fantasmi, tramutando la pazzia d’amore in banale pazzia. Resta la morte, per propria mano.
█ Restaurato nel 2018 da Cineteca di Bologna, Museo Nazionale del Cinema, CSC – Cineteca Nazionale e EYE Filmmuseum presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da una copia nitrato imbibita con didascalie italiane conservata presso la Cineteca di Bologna, una copia nitrato imbibita con didascalie olandesi conservata presso EYE Filmmuseum (Collezione Desmet), un controtipo negativo safety conservato presso il CSC – Cineteca Nazionale. Un frammento dell’ultima scena, mancante nei tre elementi sopra menzionati, è stato recuperato da una copia 16mm bianco e nero conservata presso Deutsche Kinemathek – Museum für Film und Fernsehen