Nepokorennye
Sog.: da un racconto di Boris Gorbatov; Scen.: Boris Gorbatov, Marc Donskoï; F.: Boris (Benzion) Monastyrski; Scgf.: Moriz Oumanski; Mu.: Lev Shwartz; Su.: Alexandre Babi; Int.: Amvrossi Boutchma (Tarass), Véniamine Zouskine (il dottor Aron Davidovitch), Lidia Kartachova (Efrosinia), Daniil Sagal (Stepan), Evgueni Ponomarenko (Andreï), V. Slavina (Nastia), M. Samosvat (Antonina), Nikolaï Zimovets (Vassiliok), Mikhaïl Troïanovski (Nazare), Ekaterina Osmialovskaïa (Valia), Ivan Kononenko (Maxime), Samuïl Stollerman (l’artista), Alexeï Vatoulia (Ignat), Anton DounaÏski (Chtchovkounov) (Panas), G. Dolgov (Petouchkov), Mikhaïl Vyssotski (l’ingegnere tedesco), Viktor Khalatov (Porossenkov) (il comandante tedesco), Hans Klering (un luogotenente tedesco), Dmitri Kapka (il fabbro), Vadim Zakourenko (Lionka), Iounona Iakovtchenko (Mariïka), Liouda Lizenguevich (la nipotina del dottor Aron Davidovitch); Prod.: Studio di Kiev; Pri. pro.: 15 ottobre 1945. 35mm. L.: 2590 m. D.: 94’. Bn.
Scheda Film
Il film racconta la vita di una famiglia operaia ucraina durante l’occupazione tedesca che il padre, Tarass, crede di poter ignorare barricandosi in casa. I membri della sua famiglia sono a poco a poco trascinati dagli eventi e si affiliano alla Resistenza, mentre il padre stesso si prende cura della bambina del dottor Aron Davidovitch, scomparso nel massacro di Babi Yar. Si tratta dell’unico film di finzione sovietico che evochi direttamente la Shoah sul territorio sovietico prima degli anni Sessanta. La sequenza, abbreviata, non fu soppressa, malgrado l’opposizione di vari membri del Consiglio artistico del Comitato del cinema.