NELLA CITTÀ L’INFERNO (Director’s cut)

Renato Castellani

Sog.: dal romanzo Via delle Mantellate di Isa Mari. Scen.: Suso Cecchi d’Amico, Renato Castellani. F.: Leonida Barboni. M.: Jolanda Benvenuti. Scgf.: Ottavio Scotti. Mus.: Roman Vlad. Int.: Anna Magnani (Egle), Giulietta Masina (Lina), Cristina Gajoni (Marietta), Renato Salvatori (Piero), Saro Urzì (il maresciallo), Umberto Spadaro (il direttore del carcere), Alberto Sordi (Antonio ‘Adone’), Anita Durante (Assunta). Prod.: Giuseppe Amato per Riama Film, Francinex · 35 mm. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Tratto da un romanzo-verità, Via delle Mantellate di Isa Mari, e basato su un’attenta documentazione della sceneggiatrice Suso Cecchi d’Amico, questo film costituisce una parentesi di crudo realismo nell’opera di Castellani, alle prese con un una galleria di personaggi femminili in un carcere romano: Egle (Magnani), prostituta incallita; Lina (Masina), servetta spaurita accusata ingiustamente; Marietta (Gaioni), ragazzina già pentita e innamorata di un ragazzo che vede dalla finestra. Egle insegna a Lina come farsi furba, ma verrà a sua volta trasformata da Marietta. Uno scontro di stili di recitazione tra Giulietta Masina e un’Anna Magnani che spadroneggia, attorniate da attrici non professioniste, tra cui alcune autentiche ex detenute. La copia della Cineteca Nazionale, molto diversa da quella che circola in televisione e in Dvd, mostra il montaggio originale voluto dal regista, con alcune sequenze in più e un ordine delle scene, specie nella parte finale, molto differente.

Emiliano Morreale

Con il criterio di sempre Castellani comincia a cercare vere carcerate per affidare loro le parti del film. Il produttore esecutivo, Peppino Amato, insorge e gli dice: “Ti do Anna Magnani”. Davanti a questa ipotesi il regista fa buon viso a cattivo gioco, e accetta l’ipotesi divistica. “In più – continua Amato – ti ci metto l’altro Oscar italiano, Giulietta Masina”. Così – ricorderà Castellani – “Anna Magnani entrò nel film con la voracità di un leone”. Due o tre personaggi furono interamente assorbiti nella sua parte, e ne venne fuori quel personaggio straordinario che è Egle. Scritta per lei e su di lei, la parte le si adatta in modo incredibile: d’altronde, Suso Cecchi d’Amico è grande amica dell’attrice e la conosce perfettamente: le battute che mette in bocca a Egle sono le vere battute di Anna Magnani. Film ‘d’attrici’ più che film ‘d’autore’, Nella città l’inferno resta però un film tipico nell’opera di Castellani per il sapiente uso del ritmo narrativo. In un film sul disordine fisico e morale, tutto è perfettamente in ordine.

Sergio Trasatti, Renato Castellani, La Nuova Italia, Firenze 1984

Copia proveniente da