My Darling Clementine
T. it.: Sfida infernale. Sog.: Sam Hellman. Scen.: Samuel G. Engel, Winston Miller. F.: Joe MacDonald. M.: Dorothy Spencer. Scgf.: James Basevi, Lyle Wheeler . Mus .: Cyril Mockridge. Int.: Henry Fonda (Wyatt Earp), Linda Darnell (Chihuahua), Victor Mature (Doc Holliday), Cathy Downs (Clementine Carter), Walter Brennan (il vecchio Clanton), Tim Holt (Virgil Earp), Ward Bond (Morgan Earp), Alan Mowbray (Thorndyke), John Ireland (Billy Clanton). Prod.: Samuel G . Engel per Twentieth Century Fox Film Corporation
DCP. D.: 102′. Bn.
Scheda Film
L’iconografia dell’eroe è così familiare nelle convenzioni del genere western che si rischia di dare per scontata la mitizzazione fordiana di Wyatt Earp, anche se lo stile cupo, espressioni sta e melodrammatico di My Darling Clementine (che ricorda da vicino La croce di fuoco) è estremamente consa pevole ed esagerato, perfino per Ford. Incedere tranquillo e sguardo franco, Earp (in sintonia con la maggior par te dei ruoli fordiani di Henry Fonda) è un eroe puro e laconico che sa quel che vuole e fa quel che va fatto. Il suo nome basta a incutere rispetto. All’ini zio, nel selvaggio West, è inquadrato dal basso e si staglia contro il cielo nel la maestosità della Monument Valley. Negli interni, con il contrappunto di malinconiche melodie popolari, abita un’oscurità striata da nuvole di fumo di sigaretta e macchiata dalla luce delle lampade a gas, ed è osservato lungo di stanti linee prospettiche. Wyatt unisce la natura divina di Lincoln, la passione di Tom Joad, la franchezza di Ringo Kid. Come molti altri eroi fordiani, sbuca dalle terre selvagge, ripara i torti e se ne va per la sua strada. Ma il tema di Ford non è tanto l’eroe quale archetipo, quanto la sensibilità malinconica dell’archetipo in un mon do di contraddizioni. Esteriormente, Wyatt è perennemente in transito – dal nero delle terre selvagge al bianco della civiltà – e in questo assomiglia a Tombstone, che Ford tipicamente coglie in un momento di passaggio, mentre vengono gettate le basi dell’A merica. “È una città sempre sveglia e molto aperta, Tombstone! Troverete tutto quello che vorrete”, dice Pa Clan-ton. Ma l’atmosfera notturna di pec caminosa esuberanza in cui i nomadi si cacciano reciprocamente fuori dalla città e la tenutaria interpretata da Jane Darwell rappresenta la stabilità e la di stinzione, cede rapidamente il passo a una comunità fatta di scuole, chiese e donne come Clementine Carter.
Tag Gallagher, John Ford. The Man and His Films, University of California Press, Berkeley 1988