Mezzo secolo fa Peter von Bagh lasciò il luogo in cui era cresciuto, Oulu, per tornare nella sua città natale, Helsinki. Da allora, Oulu è diventata una vistosa assenza nelle sue opere: è nominata di tanto in tanto, di sfuggita, in maniera obliqua. E questo vale per tutta la Finlandia centrale: quando girò Sininen laulu (2004), lungo film epico sulla storia finlandese del Ventesimo secolo riflessa/narrata/ricordata attraverso l’arte, alcuni abitanti di quella regione protestarono perché non aveva rappresentato adeguatamente il loro contributo. A Oulu von Bagh si sentiva uno straniero: disse poi che gli sembrava di vivere in esilio. In Muisteja – Pieni elokuva 1950-luvun Oulusta, Peter racconta alcuni ricordi della sua infanzia a Oulu, realizzando così il suo primo e ultimo film esplicitamente autobiografico. Più precisamente, usa la propria vita come un prisma attraverso il quale osserva la storia finlandese: costruito su storie di insegnanti e allievi accomunati dalla frequentazione del liceo cittadino, non è semplicemente una commemorazione agrodolce del passato ma anche una riflessione su una generazione e sulle difficoltà e follie della Finlandia del dopoguerra. Come al solito, von Bagh si muove avanti e indietro nel tempo, attraversa i decenni, passa da un tema all’altro lasciandosi trasportare dalle melodie, tra gli altri, di Olavi Virta e Leevi Madetoja. Osservazioni caustiche come “Le guarnigioni scompaiono, le guerre no” o “I cellulari Nokia vanno e vengono, gli ospedali psichiatrici restano” punteggiano il film, e spesso Muisteja – Pieni elokuva 1950-luvun Oulusta suona come un grido di battaglia. Guarda verso casa con affetto, angelo, e al futuro con rabbia.