MON GOSSE DE PÈRE

Jean de Limur

Sog.: dalla pièce omonima di Léopold Marchand. Scen.: Jean de Limur, Léopold Marchand. F.: Georges Asselin, René Colas, Otto Kanturek. Scgf.: Jacques Colombier. Mus.: José Maria de Lucchesi, René Pujol. Int.: Alice Cocea (Yvonne), Adolphe Menjou (Jérôme Rocheville), Olga Valéry (Mado), Roger Tréville (Gérald), Pauline Carton (la portinaia), André Marnay (Lepetissale), Charles Redgie (Stanley), Nicole de Rouves, Renée Savoye (la segretaria). Prod.: Pathé-Natan · 35mm. L.: 2262 m. D.: 80’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Probabilmente non sapremo mai in che misura Mary Murillo contribuì a Mon gosse de père, un film del misterioso attore, scrittore e regista Jean de Limur. Certamente Mary ebbe un ruolo importante nella realizzazione della (perduta) versione inglese del film, The Parisian (1931), per cui scrisse i dialoghi, mentre i titoli di testa di Mon gosse de père la accreditano alla voce “scénario technique”. La sua presenza in questa produzione è stata per noi l’occasione d’una bella scoperta: questo film poco conosciuto, di non grande rilievo ma davvero interessante, con un meraviglioso Adolphe Menjou nel ruolo di un dandy d’epoca prebellica che mai e poi mai, fino ad ora, ha pensato che il lavoro possa far parte della vita umana. Le sue sono qualità diverse, superiori: spirito, sensualità, eleganza, ironia, e tutto quel che ci vuole per fare un vero parigino. La nemesi gli si presenta nella persona del figlio: l’intreccio sviluppa poi il conflitto di culture e generazioni, l’art de vivre del passato vs ‘il tempo è denaro’ del presente.
C’è qualcosa di speciale in questa commedia, un’insolita immediatezza, momenti di sospensione e di freschezza, lunghe sequenze senza dialogo e con sola musica o, al contrario, solo dialogo e niente musica. Il sonoro, ancora nelle sue fasi sperimentali, certamente ne accresce il fascino. Mon gosse de père comincia come una commedia boulevardière e non si allontana mai veramente da quello stile, ma migliora mano a mano che va avanti e al quarto rullo diventa davvero divertente. Pochi film ci offrono con altrettanta generosità un Menjou nel pieno del suo fulgore. Forse non sappiamo molto di Mary Murillo, non sappiamo molto di de Limur, e magari vorremmo saperne di meno su Menjou, ma… che attore!

Mariann Lewinsky

 

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