MODE IN BEWEGING

Peter Delpeut

Film di compilazione realizzato nel 1992 dal Nederlands Filmmuseum sotto la direzione di Peter Delpeut, nel quale vengono mostrati cinegiornali di moda degli anni ’10 e ’20 conservati dal Nederlands Filmmuseum montati insieme ad immagini di film e documentari coevi. 35mm. Citiamo alcuni tra i cinegiornali di moda.
Modeschau im Zoo. Zum besten des Kriegsblindenheims ihrer exz. Frau von ihne
Germania, 1914/15; P.: Messter Film. Abiti di: Christopher Drecoll (Berlino), Gebroeders Frank (Monaco). D.: 4’.
Despite the war, Paris still sets the fashions for the world
Francia,1917; P.: Pathé Gazzette; D.: 7’.
Laatste Prijsche mode
Francia, 1923/25; P.: Elégance Film.
Parisian modes in colour
USA, 1926ca. P.: Educational Film Exchanges Company. Abiti di: Poiret, Lanvin, Patou, Drecoll, Philippe et Gaston, Cheruit, Charlotte, Boueu, Martial et Armand, Worth. Modella: Hope Hampton. D.: 15’

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

[…] Nel secolo scorso tutto era completamente diverso. La moda veniva diffusa soltanto attraverso immagini disegnate. Non è un caso se la loro estetica non aveva proprio niente a che fare con il movimento: in un periodo in cui il movimento del corpo non aveva nessuna importanza, l’influenza della moda determinò lo stile dei vestiti. Con l’aiuto di vari artifici – tra i quali il busto costituì una parte essenziale – il corpo femminile e i movimenti naturali vennero accuratamente nascosti e soffocati in modo da ottenere un profilo ideale ed immobile.
Verso la fine del secolo questa estetica cambiò radicalmente. Certamente ebbe a che fare con le nuove tendenze del cinema e della fotografia che introdussero un altro modo di guardare. Ma ebbero influenza anche altri fattori. Intorno al 1900 ci fu una fascinazione generale per il movimento. Fu il periodo dell’invenzione dell’aereo, dell’automobile e di vari altri apparecchi dinamici e anche il corpo stesso si muoveva sempre di più in attività sportive come andare in bicicletta e giocare a tennis. Nello stesso tempo, vi furono certe personalità che ebbero un’influenza importante su questa svolta estetica. Jacques-Henri Lartigue fu il primo fotografo che non fece posare le sue modelle ma le immortalò nel Bois de Boulogne in azioni quotidiane. E anche l’influsso del sarto Paul Poiret, che nello stesso periodo inaugurò un altro modo di accostarsi al corpo femminile – più mobile e più fisico – non può essere sottovalutato.
In un periodo relativamente breve, avvenne una rivoluzione completa nell’approccio alla moda. Questa rivoluzione fu in gran parte provocata, e in ogni caso documentata, dal nuovo medium rappresentato dal cinema: i film sulla moda del primo periodo del cinema formarono la ‘cerniera’ fra l’estetica statica del ’800 e l’estetica dinamica del XX secolo.
L’informazione migliore e più completa sulla nuova estetica viene tuttavia fornita dai servizi sulla moda che alla fine del 1910 appaiono per la prima volta nei cinegiornali. Questi servizi riportano direttamente le ultime novità della moda parigina e presentano i vestiti su un’indossatrice che si muove.
All’inizio i cinegiornali di moda non durano più di un minuto e spesso trattano solo un argomento: un nuovo cappello o un vestito. Inoltre questi servizi di moda vengono incastrati tra altri argomenti del giornale, come i giochi sul ghiaccio o un reportage su una corsa automobilistica o ippica. Eppure colpiscono subito: spesso sono l’unico servizio a colori del giornale. Colorazioni si trovano in quel periodo anche nei lungometraggi, ma qui i colori sono spesso un po’rozzi, applicati con l’aiuto di stampini così che il colore spesso deborda dal profilo della sedia o del vestito in questione invece, nei film sulla moda, dove l’abbigliamento è l’elemento più importante, la colorazione viene fatta a mano con grande cura. Così precisamente che nei ricami di un parasole talvolta si possono distinguere persino tre diversi colori. Nessun dettaglio nei vestiti viene trascurato, così aumenta il valore realistico ed informativo. Niente meglio dei film sulla moda – nessuna foto o immagine fissa – è in grado di far vedere la nuova moda parigina di quel periodo in maniera così meravigliosa e palpabile, ingrandendo i vestiti, mostrandone i colori, per di più su un corpo che li tiene elegantemente in movimento. Il pubblico rimane molto impressionato.
I servizi di moda sanno rispondere a un nuovo bisogno, a tal punto che, nel giro di pochi anni, diventano giornali ampi e completi, nei quali sono presentate a turno tutte le linee di moda. Spariscono servizi del giornale e diventano un giornale di moda indipendente che dura più o meno dieci minuti.
I cinegiornali di moda distribuiti dal 1910 in poi sono interessanti soprattutto perché fanno vedere bene come nella moda vi sia la transizione dalla statica estetica del ’800 all’estetica dinamica del XX secolo. Questa trasformazione non si verificò nell’arco di una giornata. La moda doveva ancora mostrare cosa fosse l’eleganza dinamica: e per completare questo processo ci vollero circa una ventina di anni”. (José Teunissen, Cinegrafie n.6 novembre 1993)

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