Mocny Czlowiek
T. It.: L’uomo Forte; T. Ing.: A Strong Man; Sog.: Dal Racconto Di Stanislaw Przybyszewski; Scen.: Jerzy Braun, Hnryk Szaro; F.: Giovanni Vitrotti; Scgf.: Hans Rouc; Int.: Grze- Gorz Chmara (Henryk Bielecki), Agnes Kuck (Lucja), Juljan Krzewinski (Ligeza), Marja Majdrowicz (Nina), Artur Socha (Jerzy Górski), Stanislawa Wysocka (Babka Bieleckiego), Boleslaw Mierzejewski (Direttore Del Teatro), Janina Romanówna (Nastka Zegota); Prod.: M. Libkow Per Gloria; 35mm. L.: 2200 M. D.: 80′ A 24 F/S. Bn.
Scheda Film
Mocny Czlowiek, dato per perso nei tempi burrascosi della seconda guerra mondiale, è stato ritrovato a Bruxelles presso la Cinémathèque Royale e grazie agli sforzi della Filmoteka Narodowa (la Cineteca Nazionale polacca), è ritornato in Polonia ed è stato restaurato. In un programma d’anteguerra, la casa di produzione “Gloria” scriveva: “Mocny czlowiek è all’avanguardia della produzione cinematografica polacca. È un film di grande respiro in stile americano. Avvicinandoci al grande romanzo di Przybyszewski ci siamo prefissi l’obiettivo di fare del nostro film una vera opera d’arte. Innanzitutto abbiamo invitato a collaborare con noi Henryk Szaro, regista di grande esperienza (…) Il lato tecnico è stato curato dall’operatore di Quo vadis Giovanni Vitrotti, fatto venire apposta dall’estero. Lo stile americano si è potuto ben notare nella scelta degli attori (…) Non abbiamo lesinato mezzi e denaro perché il nostro film potesse essere annoverato tra i migliori della cinematografia polacca”. Nell’anteguerra Mocny czlowiek suscitò non solo l’interesse del pubblico polacco ma anche quello dei distributori di molti Paesi europei: “Il primo film destinato all’esportazione, ad essere esposto, mostrato agli stranieri, senza timori, senza imbarazzo, è proprio Mocny czlowiek” leggiamo in “Slowo” (1929, n. 250). Henryk Bielecki, “l’uomo forte”, attraverso i suoi “delitti perfetti” vuole impadronirsi del patrimonio e dei successi altrui. Prima uccide il suo amico, lo scrittore Jerzy Górski, per proclamarsi autore delle sue opere, e così conquistare la notorietà e i soldi. Non esita neanche a uccidere una donna, Lucja, che gli è molto devota, solo perché sa troppe cose su di lui e costituisce un ostacolo alle relazioni con altre donne. Per ricevere l’eredità inscena poi la morte della zia. È lui l’autore dell’incendio in cui bruciano i quadri di un suo amico pittore. Malgrado ciò, egli non può essere definito come un criminale comune, primitivo e spietato. Per tutta la vita coltiva il sogno di incontrare la donna ideale. Quando finalmente la trova e riesce a conquistare il suo amore, diventa consapevole del proprio degrado morale e si rende conto che a fianco di questa donna forse potrebbe cambiare e diventare davvero un uomo forte. Purtroppo il peso delle sue colpe è troppo grande.
Lorenzo Pompeo