MIRT SOST SHI AMIT
T. ing.: Harvest: 3000 Years; Scen.: Haile Gerima; F.: Elliot Davis; Mo.: Phillip Kuretsky; Mu.: Tesfaye Lema; Int.: Kasu Asfaw (madre), Worke Kasa (figlia), Melaku Makonen (padre), Adane Melaku (figlio), Harege Weyn Tafere (nonna); Prod.: Haile Gerima 35mm. D.: 137’. Bn.
Scheda Film
Mi hanno sempre commosso quei film fatti per necessità da qualcuno che semplicemente non poteva fare a meno di imbracciare la cinepresa e riprendere, per raccontare una storia che nessun altro stava raccontando. Soprattutto quando si tratta di film realizzati in circostanze difficili. È semplice per noi, negli Stati Uniti e in Europa, dare per scontati il nostro sistema, le nostre tradizioni. Portare a termine un film è sempre un’impresa ardua, ma farlo in una nazione che vive in condizioni di sottosviluppo, in uno stato di protesta, per e su una popolazione che avrà pochissime possibilità di vederlo, è pressoché impossibile.
Il grande regista etiope Haile Gerima venne alla University of California di Los Angeles per studiare cinema all’inizio degli anni Settanta e fu in quel periodo che concepì e realizzò il film che vedrete grazie a uno splendido, nuovo restauro della Cineteca di Bologna. Harvest 3000 Years fu girato in bianco e nero in 16mm nelle due settimane di vacanze estive di Gerima, avvalendosi di attori presi dalla strada che recitano in amarico durante la guerra civile.
Il film fu realizzato di fretta subito dopo il rovesciamento dell’impero di Haile Selassie e poco prima dell’insediamento della dittatura militare. Oltre tutto, Gerima era pronto ad adattare il tema del suo film agli sviluppi politici dell’epoca. Più che condizioni difficili io le definirei quasi impossibili. Questo senso di impossibilità pervade ogni fotogramma di Harvest 3000 Years. Possiede un senso di urgenza che pochi film hanno. È la storia di un intero popolo e del suo desiderio collettivo di giustizia e speranza. Un film epico, non nella realizzazione ma per la sua portata emotiva e politica.
Martin Scorsese