MAUDE’S MOOD
Sog.: Norman Lear. Scen.: Jay Folb. Scgf.: Edward Stephenson. Mus.: Alan Bergman, Marilyn Bergman, Dave Grusin. Int.: Bea Arthur (Maude Findlay), Bill Macy (Walter Findlay), Adrienne Barbeau (Carol Traynor), Conrad Bain (Dr. Arthur Harmon), Rue McClanahan (Vivian Cavender Harmon), Hermione Baddeley (Mrs. Nell Naugatuck), Henry Fonda (se stesso), Joe Montell (Gus), Tim O’Connor Dr. Herbert Lester). Prod.: CBS. DCP da Dvd. D.: 25’. Col.
Scheda Film
Maude Findlay, spirito indipendente di Tuckahoe, ha dato il titolo a questa serie televisiva quarantotto anni fa. Sarà anche la protagonista immaginaria dell’omonima sitcom, ma l’uomo dei suoi sogni e il suo prescelto per le elezioni presidenziali americane del 1976 è una persona in carne e ossa, Henry Fonda. Così Fonda, che interpreta se stesso, è costretto ad andare a casa di Maude per dirle la verità (echeggiando il Bartleby di Herman Melville): “Preferirei di no”. La campagna di Maude implode, insieme alle fantasie di metà del paese. Il divertimento suscitato da questo episodio televisivo si fa un po’ amaro non solo perché Maude cade in depressione quando vede infrangersi il suo sogno, ma anche perché Fonda e il suo vecchio amico Norman Lear, creatore di Maude (1972-1978), non potevano che considerare la trovata uno scherzo ‘irrealizzabile’. Oggi la finta campagna di Maude per una candidatura di Fonda va derubricata come storia alternativa, ma negli anni Settanta quel genere di fantasia era già diventato un vero motore delle strategie elettorali, e un’icona cinematografica ben inferiore a Fonda lo avrebbe sfruttato per entrare alla Casa Bianca. “Reagan mi preoccupa molto”, disse Fonda un anno prima della scomparsa, il 12 agosto 1982, nella sua ultima intervista con Lawrence Grobel. “Penso che stiamo andando verso il disastro. Mi sorprende che non ci sia un’opposizione più forte. Ci ha portati su una strada sulla qualche resteremo per molto tempo. Dice le cose che la gente vuole sentire. Le dice in maniera molto convincente e dando un’impressione di sincerità, parlando una lingua che la gente non sentiva da molto tempo e che la colpisce. Ascolto un discorso di Reagan e mi viene da vomitare!”.
Alex Howarth