MAN OF CINEMA: PIERRE RISSIENT

Todd Mccarthy


F.: Gary Graver, Todd Mccarthy, Abbas Kiarostami; Mo.: James Taylor; Su.: Bob Bronow; Int.: Pierre Rissient, John Boorman, Olivier Assayas, Norma Barzman, Charles Burnett, Jane Campion, Michel Ciment, Al Clark, Pierre Edelmen, Clint Eastwood, Derek Elley, Thierry Fremaux, Christine Hakim, Rolf De Heer, Buck Henry, Werner Herzog, Gilles Jacob, Abbas Kiarostami, Serge Losique, Dusan Makavejev, Nicholas Pariser, Sydney Pollack, Jerry Schatzberg, Oliver Stone, David Stratton, Bertrand Tavernier, James Toback, Quentin Tarantino, Edward Yang; Prod.: Deep Focus Productions Inc Digibeta. D.: 110’. Col. / Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Mentre l’industria del cinema concentra di fatto tutta la propria attenzione su chi realizza i film – registi, attori, produttori –, l’infrastruttura che sta dietro al processo di produzione è decisiva per la riuscita di un film. Conosciutissimo tra gli addetti ai lavori, ma in pratica sconosciuto al grande pubblico, Pierre Rissient è una delle figure più interessanti che lavorano dietro le quinte del cinema. Il suo caro amico Todd McCarthy, responsabile della rubrica di critica della rivista “Variety”, ha mobilitato le sue innumerevoli conoscenze nell’ambiente per realizzare un affettuoso ritratto di Rissient, ostinato cinefilo che ha esercitato una notevole influenza sulla vita di molti giovani cineasti. Rissient ha iniziato la propria carriera di critico e programmatore cinematografico all’inizio degli anni Cinquanta ed è stato assistente alla regia di Godard nel rivoluzionario À bout de souffle, per poi diventare uno dei più celebri pubblicitari di cinema in Francia. Insieme a Bertrand Tavernier ha fondato una società che si è battuta ferocemente per creare uno spazio per i film nei quali credevano appassionatamente. Secondo Rissient e Tavernier, non basta amare un film; bisogna amarlo per un buon motivo. Ben presto Tavernier è passato naturalmente alla regia, mentre Rissient ha diretto due film non commerciali (uno dei quali selezionato nel 1982 dal Festival di Toronto; quando il comitato di censura dell’Ontario richiese alcuni tagli, il film non venne proiettato), prima di spostare il proprio interesse sulla scoperta di nuovi talenti. Lavorando per il Festival di Cannes, è entrato in contatto con registi quali Eastwood, Pollack, Kiarostami, Campion, Tarantino e in particolare con i maestri del cinema asiatico Hou Hsiao-hsien, Chen Kaige e Zhang Yimou. Il film è ricco di meravigliosi aneddoti di molti di questi personaggi, così come dei racconti sull’amicizia e i litigi di Rissient con Fritz Lang, Joseph Losey e Mike Leigh, mentre materiali d’archivio accuratamente selezionati rievocano lo spirito di questo periodo così ricco della storia del cinema.

Rissient rimane un enigma per tutti noi che l’abbiamo conosciuto, ma il cinema non ha un difensore più appassionato di quest’uomo per tutte le stagioni. Con Man of Cinema: Pierre Rissient, McCarthy è riuscito a intrecciare magnificamente gli elementi che compongono la vita complessa di quest’uomo, mettendo in luce una delle figure più importanti dietro le quinte del cinema.

Piers Handling

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