LUCREZIA BORGIA

Richard Oswald

Sog.: dal romanzo omonimo di Harry Scheff (1913); Scen.: Richard Oswald; F.: Karl Freund, Karl Vass, Carl Drews, Frederik Fuglsang; Scgf.: Robert Neppach, Botho Höfer; Co.: Robert Neppach; Op.: Karl Freund; Ass. op.: Robert Baberske; Int.: Liane Haid (Lucrezia Borgia), Conrad Veidt (Cesare Borgia), Albert Bassermann (Rodrigo Borgia), Paul Wegener (Micheletto), Heinrich George (Sebastiano), Adolf Edgar Licho (Lodovico), Wilhelm Dieterle (Giovanni Sforza), Lothar Müthel (Giovanni Borgia), Alphons Fryland (Alfonso d’Aragona), Käte Waldeck-Oswald (Naomi), Alexander Granach, Anita Berber (contessa Giulia Orsini), Lyda Salmonova, Mary Douce (Florentina), Max Pohl, Adele Sandrock, Wilhelm Diegelmann (Wirt), Philipp Manning, Hugo Döblin, Clementine Plessner, Viktoria Strauß (Rosaura), Tibor Lubinszky (Gennaro Page); Prod.: Richard Oswald-Film AG, Berlin; Pri. pro.: 20 ottobre 1922 Berlino
35mm. L.:3284 m.
D.: 146′ a 18 f/s

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

All’influenza di Max Reinhardt è dovuto il fatto che tanti film in costume di quel periodo siano ambientati nel Rinascimento, come La peste di Firenze [di Otto Rippert], uno degli episodi di Destino [di Fritz Lang], Lucrezia Borgia, Monna Vanna [di Richard Eichberg]. Accade che il ricordo di una regia di Reinhardt spinga registi di second’ordine a filmare qualche scena con inquadrature sorprendenti: in Lucrezia Borgia, ad esempio, film di Richard Oswald, una fila di soldati che formano una sorta di fitta siepe irta di lance ricorda con molta esattezza una scena dell’Enrico IV di Shakespeare, realizzata da Reinhardt, dove guerrieri disposti lungo la piattaforma riuscivano a dare la stessa impressione di armata compatta. Come in Reinhardt, alcune armature decorate, una bandiera svolazzante stabiliscono dei punti di riferimento. Queste composizioni, attraverso l’arte reinhardtiana, sembrano quasi un riflesso delle celebri battaglie di Paolo Uccello.
(Lotte H. Eisner, Lo schermo demoniaco. Le influenze di Max Reinhardt e dell’espressionismo, Editori Riuniti, Roma 1983)

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