Lola Montès

Max Ophuls


T. It.: Lola Montès; Sog.: Dal Romanzo Di Cécil Saint-Laurent; Scen.: Max Ophuls, Jacques Natanson, Annette Wademant; F.: Christian Matras; Mo.: Madeleine Gug; Scgf.: Jean D’eaubonne, William Schatz; Co.: Marcel Escoffier, Georges Annenkov; Mu.: Georges Auric; Su.: Antoine Petitjean, J. Neny, H. Endrulat; Int.: Martine Carol (Lola), Peter Ustinov (L’im- Bonitore), Anton Walbrook (Re Luigi I Di Baviera), Henri Guisol (Maurice), Oskar Werner (Lo Studente), Will Quadflieg (Franz Liszt), Ivan Desny (Ten. James), Paulette Dubost (Joséphine), Lise Delamare (Sig.Ra Craigie), Jean Galland, Helena Mandson, Germaine Delbat, Willy Eichberger, Jacques Fayet, Friedrich Domin, Werner Finck; Prod.: Gamma-Films, Florida Films, Unionfilms; Pri. Pro.: Parigi, 23 Dicembre 1955 35mm. D.: 115’. Col. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Truffaut osserva che, quando in un film di Ophuls, un attore doveva rimanere immobile, in piedi o seduto, il cineasta si affrettava ad interporre tra l’obiettivo e il viso dell’attore, un oggetto non necessariamente trasparente, persuaso che l’attore, sapendo che il proprio viso sarebbe rimasto parzialmente celato, “si sforzerà di compensare questa inferiorità e quindi si esprimerà con l’intonazione della voce. Sarà più vero, più giusto”. Ophuls giocava così il vero contro l’artificio (la scenografia, la diegesi). Questa dialettica poteva assumere la forma del contre-emploi. “Chi vedrebbe per il cocchiere di Lola Montès?”, domanda il regista a Jacques Natanson, sceneggiatore del film. “Io penso a Henri Guisol”. Natanson protesta: “Guisol mi piace, ma credo che sia l’opposto del personaggio”. Ophuls: “Anch’io. È per questo che glielo farò impersonare”.
Una sfida analoga presiede alla scelta – all’accettazione – dello Scope per Lola Montès. Lo Scope ha una dimensione orizzontale ma il soggetto, uno spettacolo di circo, richiede una visione verticale. Una nuova scommessa che Ophuls vincerà moltiplicando i primi piani e le inquadrature parziali (durante la rappresentazione, il pubblico degli spettatori è anch’esso truccato, “falsificato”, simulato, lontano dalla pista, sulla sinistra dell’inquadratura, da delle figure dipinte o delle silhouettes ritagliate).
Un altro elemento entra nella relazione dialettica falso/vero, artificio e realismo. Penso alla povertà delle scenografie, non sempre evidente beninteso, e che non si scopre se non con un’attenzione perspicace e prolungata. (…) A creare l’illusione, sono i dettagli, alcuni rari mobili, i costumi, e la cornice sontuosa degli specchi. Il reale confonde la storia come la memoria confonde il passato.
Tutto questo, lo si intuisce, continua a dipendere da una volontà di stile. Innalzare ostacoli e subito dissolverli. (…) Lo spettacolo circense è assolutamente inverosimile, incredibile nei movimenti, nei rumori, nei fragori, nei simboli semplicisti. Intorno a Lola, idolo pressoché immobile, moralmente crocifissa, offerta in pasto al voyeurismo, il presente fa girare il passato, in parte recitato, in parte mimato, e, soprattutto, raccontato verbalmente da un presentatore dello spettacolo (Peter Ustinov). Ma senza questo movimento, potremmo renderci conto che ogni coincidenza tra il passato e il ricordo è impossibile perché l’uno si muove e l’altro no?

Barthélemy Amengual, “l faut écrire comme on se souvient”: la poétique de Max Ophuls, “1895”, n. 34-35, ottobre 2001

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Restaurato Dalla Cinémathèque Française In Collaborazione Con Les Films Du Jeudi, Les Films De La Pléiade, Marcel Ophuls, La Fondation Thomson Pour Le Patrimoine Du Cinéma Et De La Télévision E Le Fonds Culturel Franco Américain Composto Da The Directors Guild Of America (Dga), The Motion Picture Association Of America (Mpaa), Sacem, The Writers Guild Of America (Wga) E Con Il Contributo Di L’oréal E Agnès B.
Il Restauro Della Prima Versione, Iniziato Nel 2006, È Partito Dal Negativo Originale Incompleto Della Versione Del 1957, Da Spezzoni Monocromatici E Dalla Copia Lavoro, Conservati Presso La Cinémathèque De La Ville De Luxembourg, E Da Una Copia D’epoca Conservata Presso La Cinémathèque Royale De Belgique: I Colori Sono Stati Ricostruiti Digitalmente Da Technicolor Creative Services (Los Angeles) Con La Supervisione Di Tom Burton; Il Suono Stereofonico È Stato Ricostruito A Partire Dalla Copia Conservata Presso La Cinémathèque Royale De Belgique, Usata Come Riferimento, E Dalle Piste Magnetiche Tratte Dalle Prime Copie Di Distribuzione, Conservate Dal Filmmuseum München Per Il Restauro Della Versione Tedesca Del 2002. La Versione Originale Era In Cinemascope 2,55:1, Un Formato Obsoleto. Per Ritrovare La Ratio Originale La Copia È Stata Stampata In Letterbox 2,39:1 Scope