LOLA MONTÈS
Scen.: Max Ophuls, dal romanzo di Cecil St. Laurent; Adatt.: Annette Wademant, Max Ophuls; Dial.: Jacques Natanson (vers. francese), Franz Geiger (vers. tedesca); F.: Christian Matras; Mu.: Georges Auric; M.: Madeleine Gug (vers. francese), Adolph Schlyssleder (vers. tedesca); Decor.: Jean d’Eaubonne; Ass. Decor.: Willy Schatz; Cost.: Georges Annenkov; Op.: Alain Doaurinou, Ernest Bourreaud, Henri Champion, Luc Mirot; Su.: Antoine Petitjean. Int.: Martine Carol (Lola), Peter Ustinov (l’imbonitore), Anton Walbrook (Re Luigi I di Baviera), Henri Guisol (Maurice), Oskar Werner (lo studente), Will Quadflieg (Franz Liszt), Ivan Desny (ten. James), Paulette Dubost (Joséphine), Lise Delamare (Mrs. Craigie); Prod.: Gamma- Films, Florida Films, Unionfilms; 35mm. D.: 116’. Col.
Scheda Film
Nella scorsa edizione avremmo dovuto presentare la versione restaurata tedesca di Lola Montès, proveniente dal Münchner Filmmuseum. Non è stato infine possibile, poiché la copia non è arrivata da Monaco di Baviera. Quest’anno presentiamo la versione francese. Secondo la testimonianza del figlio di Max, il regista Marcel Ophuls (che sarà a Bologna per la presentazione del film), la versione francese di Lola Montès, con sonoro ottico, rimessa in circolazione da Pierre Braunberger nel 1968, è l’unica conforme alla volontà del regista. In particolare Marcel insiste sul fatto che Max Ophuls si oppose con fermezza ad ogni tentativo da parte dei produttori tedeschi di fornire al film un sonoro stereofonico. Un particolare ringraziamento a Laurence Braunberger, che ci ha messo a disposizione una copia del film.
Una volta il produttore mi raccontò la vita di Lola Montès e fui preso da una vertigine di pietà; pietà per quella povera Lola, pietà per il regista che avrebbe accettato questo lavoro. […] Leggendo i giornali fui impressionato da una serie di fatti di cronaca che, direttamente o no, mi riportavano a Lola Montès: una crisi depressiva di Judy Garland, gli intrighi sentimentali di Zsa Zsa Gabor, mi fecero riflettere sulla tragica e folgorante rapidità delle carriere di oggi, sulla mancanza di “tappe”; seppi che Lola Montès aveva recitato la sua vita in un teatro in America e che lo spettacolo era stato un fiasco: i fatti rappresentati erano così tanti che la gente non credeva più alla loro veridicità! […] Stavo quindi per girare il mio primo film a colori, che era allo stesso tempo il mio primo CinemaScope; tutto ciò poneva molti problemi: guardavo continuamente i quadri di Brueghel, questo grande maestro…
Max Ophuls, in “Arts”, n. 549, 1956