L’INVITATION AU VOYAGE

Germaine Dulac

Sog.: dall’omonima poesia di Charles Baudelaire; Scen.: Germaine Dulac; F.: Paul Guichard, Lucien Bellavoine; Scgf.: Cesaré Silvagni, Hugo Squarciafico; Ass. R.: Marie-Anne Malleville, Louis Ronjat; Int.: Emma Gynt (donna), Raymond Dubreuil (marinaio), Robert Mirfeuil (festaiolo), Paul Lorbert (marinaio), Tania Daleyme (ragazza), Djemil Anik (bal- lerina), Lucien Bataille (batterista); Prod.: Germaine Dulac / Productions Natan 35mm. L.: 797 m. D.: 39’ a 18 f/s. Bn, virato / toned.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Germaine Dulac definì L’Invitation au voyage una “melodia di immagini” composta per rispondere al cinema letterario e teatrale del tempo. Il film, che prende il titolo da una poesia simbolista di Baudelaire e da una melodia di Duparc, è uno dei migliori esempi del “cinema delle suggestioni” della regista e cerca di cogliere le più piccole sfumature della storia sentimentale tra un giovane ufficiale e una donna sposata che si incontrano in un cabaret notturno. Il movimento, il ritmo e i motivi circolari ricorrenti nel film (oggetti di scena, scenografie e fotografia), che esprimono l’emancipazione della protagonista e la variabilità dei ruoli sessuali di genere, possono essere visti come un’anticipazione dei suoi film più “puri”, come Disque 957 (1929).

Tami Williams

 

Copia proveniente da