LIGHTNIN’

John Ford

T. it.: Rotaie intorno al mondo; Sog.: dalla commedia di Winchell Smith e Frank Bacon; Scen.: Frances Marion; F.: Joseph H. August; Int.: Jay Hunt (“Lightnin’” Bill Jones), Madge Bellamy (Millie), Edythe Chapman (mamma Jones), Wallace McDonald (John Marvin), J. Farrell MacDonald (Giudice Townsend), Ethel Clayton (Margaret Davis), Richard Travers (Raymond Thomas), James Marcus (sceriffo), Otis Harlan (Zeb); Prod.: William Fox; Pri. pro.: 21 luglio 1925. 35mm. L. or.: 2453 m. L.: 2381 m. D.: 104’ a 20 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Commedia drammatica girata nello stile un po’ ozioso che Ford si concederà in seguito nei suoi film con Will Rogers, Lightnin’ prende il suo ritmo dalle pigre abitudini del protagonista, il cui ironico soprannome dà il titolo alla pellicola. “Lightnin’” (“Fulmine”) Bill Jones, interpretato dal settantanovenne Jay Hunt (che era stato a sua volta un regista del cinema muto), è un ubriacone rinsecchito la cui moglie costantemente irritata (Edythe Chapman) gestisce praticamente da sola la loro modesta fattoria-albergo al confine tra la California e il Nevada. Lo scarsamente frequentato Calivada Hotel offre ospitalità a donne venute fin lì per divorziare. Vi capita una dama seducente (Ethel Clayton) che vive una volubile avventura romantica con J. Farrell MacDonald, habitué del cinema di Ford. Sebbene questo film, adattamento teatrale prevalentemente ancorato alla scena centrale, risulti talvolta placido fino all’esasperazione, la salace commedia campestre e le composizioni pastorali di sapore griffithiano (questo fu il primo dei quattordici film di Ford ad avvalersi del grande direttore della fotografia Joseph H. August) lo rendono adorabile. L’affetto di Ford per i vecchi lupi malandati fa di Lightnin’ Jones il precursore dei personaggi ingrigiti che Charley Grapewin avrebbe interpretato in The Grapes of Wrath (Furore, 1940) e Tobacco Road (La via del tabacco, 1941), ma per lo più senza lo stile comico estremamente inventivo che l’attore conferirà ai suoi personaggi. La storia di Lightnin’, con tutti i suoi limiti, ruota attorno alle macchinazioni di alcuni speculatori terrieri per sottrarre ai Jones la loro proprietà. Ciò conduce alla dolorosa separazione della vecchia coppia che (come in Tobacco Road) suggerisce a Ford livelli più profondi di emozione e di poesia visiva. La caratteristica dedizione del regista alla casa, alla famiglia e alla terra lo porta a nobilitare il pigro Lightnin’ rivelando un aspetto inatteso del suo passato e valorizzando il suo testardo attaccamento a un misero pezzo di terra. Come Grapewin in The Grapes of Wrath, anche Lightnin’ potrebbe dire: “Non vale niente, ma è mio”.

Copia proveniente da

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