LES PORTES DE LA NUIT
Sog.: dal balletto Le Rendez-vous di Jacques Prévert. Scen.: Jacques Prévert. F.: Philippe Agostini. M.: Jean Feyte. Scgf.: Alexandre Trauner. Mus.: Joseph Kosma. Int.: Yves Montand (Diego), Nathalie Nattier (Malou), Pierre Brasseur (Georges), Serge Reggiani (Guy Sénéchal), Julien Carette (Monsieur Quinquina), Mady Berry (Madame Quinquina), Dany Robin (Étiennette), Saturnin Fabre (il signor Sénéchal), Jean Vilar (il clochard / il Destino), Raymond Bussières (Raymond Lécuyer). Prod.: Pathé Cinéma. DCP. Bn.
Scheda Film
Nel 1945 Marcel Carné è all’apice della gloria. Les Enfants du paradis è universalmente celebrato come un capolavoro. La Pathé pensa subito a un altro film con l’accoppiata Carné-Prévert. Il soggetto si ispira a Le Rendez-vous, un balletto che Prévert ha appena scritto su musiche di Joseph Kosma.
Sfortunatamente, Les Portes de la nuit avrà una partenza difficile. Prévert ha scritto il film su misura per la coppia Jean Gabin-Marlene Dietrich. Ma ambedue si sfileranno. Carné sceglie due giovani attori inesperti, Nathalie Nattier e Yves Montand. Le riprese iniziano senza che siano state apportate modifiche alla sceneggiatura. A venticinque anni Montand deve impersonare un ex membro della Resistenza che prima della guerra ha condotto un’esistenza movimentata.
Les Portes de la nuit beneficia di un cast artistico di tutto rispetto, tra cui spicca Alexandre Trauner, che ricostruisce la stazione della metropolitana Barbès-Rochechouart e un intero quartiere parigino negli studios Pathé di Joinville. Carné vuole poter controllare le luci e il movimento in teatro di posa per creare un’atmosfera a metà strada tra sogno e realtà, cosa impossibile con riprese in esterni.
È il febbraio del 1945, Parigi è stata liberata da poco e la popolazione è ancora allo stremo. A ciò si aggiungano i rancori e i non detti nei confronti dei collaborazionisti e dei profittatori. Il tema è ancora caldissimo e Prévert immagina personaggi ambigui come Sénéchal, interpretato con brio da Saturnin Fabre, che dopo essersi arricchito durante l’occupazione continua a sfruttare la miseria dei vicini, e Guy, il figlio collaborazionista, incarnato da Serge Reggiani. Fin dall’inizio capiamo che la storia d’amore finirà male. Accompagnati dalla melodia magnifica e immortale di Joseph Kosma, Les Feuilles mortes, scritta appositamente per il film, i personaggi vanno incontro al loro destino. Carné dirige con certosina precisione questo dramma poetico che si riallaccia alla vena di Le Jour se lève.
Nelle storie del cinema Les Portes de la nuit è finito nel dimenticatoio. Ma a rivederlo oggi le sue qualità artistiche sono evidenti. Les Portes de la nuit resta una pietra miliare della collaborazione unica tra Marcel Carné, Jacques Prévert, Alexandre Trauner e Joseph Kosma che fecero risplendere il cinema francese con realismo poetico.
Lenny Borger