Les Croix De Bois
T. int.: Wooden Crosses Sog.: dal romanzo omonimo di Roland Dorgelès. Scen.: Raymond Bernard, André Lang. F.: Jules Krüger. M.: Lucienne Grumberg. Scgf.: Jean Perrier. Int.: Raymond Aimos (Fouillard), Antonin Artaud (Vieublé), Charles Vanel (caporale Breval), Gabriel Gabrio (Sulphart), Paul Azaïs (Broucke), Pierre Blanchar (Gilbert Demachy). Prod.: Pathé-Natan DCP. D.: 115′. Bn.
Scheda Film
Les Croix de bois è uno dei film più sottovalutati del cinema francese degli anni Trenta, e tuttavia va annoverato nella storia del cinema tra le più terrificanti evocazioni del grande mattatoio del ’14-’18. Costruzione e regia sono caratterizzate da un rigore sorprendente, quasi documentario, nel descrivere l’inesorabile disgregazione e la morte di un drappello di soldati francesi. Laddove Milestone e Pabst sottolineano il loro intento pacifista, Bernard rifugge da ogni discorso retorico, confidando totalmente nel peso terribile delle immagini di Jules Krüger. Una sobrietà che alcuni rimproverarono all’epoca ma che oggi rivela tutta la sua modernità, assieme al rifiuto del pathos e del melodramma bellico. Il film ebbe un successo immediato, eppure la sua risonanza internazionale fu presto ostacolata, prima dall’ascesa dei nazisti (che lo vietarono subito) e poi da Hollywood, che gli riservò una ben strana sorte: acquistato da Fox Film già nel 1932, non verrà mai distribuito, ma saccheggiato negli anni per fornire stock-shots alle produzioni di Darryl F. Zanuck. Sì, è proprio Pierre Blanchar che vediamo lanciar granate tra due inquadrature in teatro di posa di Fredric March e Werner Baxter in Le vie della gloria (1936) di Howard Hawks!
Lenny Borger, Les Croix de bois, “Cinématographe”, n. 91, luglio 1983