LES CONTES DES MILLE ET UNE NUITS
F.: G. Leclerc, Albert Samama Chikli. Int.: Nathalie Kovanko (Goul-y-Hanar), Nicolas Rimsky (Soliman), Paul Ollivier, Nicolas Koline. Prod.: Alexander Kamenka per Ermolieff Films. 35mm. L.: 1760 m. D.: 70’ a 22 f/s. Bn.
Scheda Film
Les Contes des Milles et une nuits, in origine un miniserial in tre episodi, sopravvive come lungometraggio, in una versione ridotta dalla distribuzione americana. Il suo successo contribuì a consolidare la Ermolieff, nuova casa di produzione (rinominata Films Albatros nel 1922) che gli emigrati russi avevano fondato a Parigi. Con considerevole intuito, il produttore Alexander Kamenka aveva scelto un racconto fiabesco ambientato nell’Oriente delle Notti Arabe, ben sapendo quanto i francesi amassero le stravaganze orientaliste che avevano conosciuto attraverso i Balletti Russi di Djagilev. (Guardate gli schizzi dei costumi di Shéhérazade e di Le Diable bleue di Léon Bakst e capirete perché). Nei Contes produsse un sapiente contrasto tra i sontuosi set e costumi disegnati da Ivan Lochakoff (che avrebbe curato le scenografie di Le Brasier ardent e di La Maison du mystère, presentati nella sezione Cento anni fa: 1923) e la luce del paesaggio tunisino.
Nel suo libro African Filmmaking North and South of the Sahara (2006), Roy Armes indica Samama Chikli come operatore delle scene tunisine di Les Contes des Milles et une nuits, senza tuttavia citare nessuna fonte. Gli archivi Samama Chikli non offrono informazioni rilevanti sul ruolo di Samama nella produzione Ermolieff; solo nel 2022 l’identificazione di Albert Samama tra gli attori del film [En marge de Les Contes des Milles et une nuits] e la scoperta di un ritaglio di giornale del 1921 a casa della nipote di Samama hanno confermato che fu effettivamente uno dei due operatori del film, oltre che il coordinatore delle scene girate in Tunisia: “Gli operatori sono M. Leclerc, veterano di casa Pathé, e M. Samama Chikli, che è stato di grande aiuto a tutti gli artisti dello schermo” (“La Dépêche tunisienne”, 4 dicembre 1921).
Mariann Lewinsky