LE RETOUR À LA RAISON

Man Ray

35mm. L.: 169 feet . D.: 2’ a 17 f/s Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Con questo film, Man Ray polverizza tutto ciò che fino ad allora era stato fatto a cinema. Non solo dimostra che è possibile fare un film in un giorno, o quasi, con mezzi risibili, senza didascalie, senza attori, senza sceneggiatura ed anche senza macchina da presa. Oltre a ciò, senza rispettare i rapporti standard tra le immagini, organizza la collisione visiva tra i fotogrammi e mette in evidenza la discontinuità filmica, creando un nuovo oggetto cinematografico dal potenziale insospettato. Il film rivela anche l’estrema sensualità di questa attitudine, il cineasta ha toccato e manipolato la pellicola, vi ha deposto sopra alcuni oggetti con grande delicatezza, ha giocato con la luce: gioia della mano e dell’occhio che si esprime al tempo stesso attraverso la schiena nuda di Kiki e l’esplosione visiva dei “passaggi costruiti al rayogramma, in cui regna la discontinuità tra le inquadrature”, come ha detto Paul Sharits.

Christian Lebrat, in Nicole Brenez, Christian Lebrat – a cura di – Jeune, dure et pure!, Paris / Milano, Cinémathèque Française / Mazzotta, 2001

 

Copia proveniente da

Copia campione realizzata nel 1969 a partire da un negativo nitrato tratto da una copia positiva nitrato di Man Ray, acquisita nel 1937 e ora perduta