Le Petit Monde De Don Camillo

Julien Duvivier

T. It.: Don Camillo; Sog.: Adattamento Da Racconti Di “Mondo Piccolo – Don Camillo” Di Giovannino Guareschi; Scen.: Julien Duvivier, René Barjavel; F.: Nicolas Hayer; Mo.: Maria Rosada; Scgf.: Virgilio Marchi; Mu.: Alessandro Cicognini; Su.: Maurice Laroche, Jacques Carrère, Bruno Brunacci; Int.: Fernandel (Don Camillo), Gino Cervi(Peppone Bottazzi), Jean Debucourt (Voce Digesù Cristo), Vera Talchi(Gina Filotti), Franco Interlenghi(Mariolino Brusco), Sylvie (Signora Cristina), Charles Vissières (Il Vescovo), Manuel Gary (Il Delegato), Leda Gloria (Maria, Moglie Dipeppone), Luciano Manara (Filotti), Armando Migliari(Brusco), Mario Siletti(Avvocato Stiletti), Marco Tulli(Lo Smilzo), Gualtiero Tumiati(Ciro Della Bruciata, Il Nonno), Giorgio Albertazzi(Don Pietro), Carlo Duse, Clara Auteripepe, Olga Solbelli; Prod.: Giuseppe Amato Per Rlzzollfllms (Roma)/Francinex (Parigi); Pri. Pro.: Marzo 1952; 35mm. D.: 107′. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I due primi Don Camillo formano un insieme coerente e possono essere visti come una stessa e unica opera. È una delle più belle gemme della coproduzione italo-francese, florida e spesso feconda negli anni ’50 e ’60. Sempre rimanendo un artigiano abile e sensibi­le, Duvivier, trasferitosi al Sud, addolcisce notevolmente i toni per servire i personaggi nati dall’immaginazione di Guareschi. in quelli che egli stesso ha definito dei film su commissione, la sua intuizio­ne e anche la sua onestà gli suggeriscono di abbandonare il suo pes­simismo innato per cogliere il senso reale dell’opera di Guareschi. Lo scopo del film è in effetti di mostrare il trionfo dell’amicizia e del buon senso sui conflitti politici e le ideologie avverse. L’intesa profon­da che manifestano i due avversari (spesso anche una totale identi­tà di vedute), la stima che provano reciprocamente a titolo individua­le al di là di una rivalità permanente ma superficiale, consentono loro di risolvere la maggior parte dei problemi. Donano al racconto un carattere utopico e rassicurante che è senza dubbio all’origine del prodigioso successo dell’opera. Superba prova di Fernandel che uni­sce genialmente la maturità e il pittoresco, la serenità e la malizia. Gino Cervi accetta di fungergli da spalla con una sobrietà e un’umil­tà che la dicono lunga sul suo talento.

Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma, Laffont, Parigi, 1992

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