LE JOUR SE LÈVE

Marcel Carné

T it : Alba tragica Sog : dal romanzo omonimo di Jacques Viot Scen , Dial : Jacques Prévert F : Curt Courant Mus : Maurice Jaubert M : René Le Héna Scgf : Alexandre Trauner Int : Jean Gabin (François), Jules Berry (Monsieur Valentin), Jacqueline Laurent (Françoise), Arletty (Clara), Jacques Baumer (il commissario), Bernard Blier (Gaston), René Génin (il portinaio), Mady Berry (la portinaia), Marcel Pérès (Paulo), Arthur Devère (Gerbois) Prod : Les Productions Sigma DCP D : 91’ Bn 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In Le Jour se lève possiamo vedere due diversi tipi di transizione da un’inquadratura a un’altra. Nella sequenza che si svolge nel presente, i cambiamenti di inquadratura vengono fatti molto rapidamente per mezzo dell’e etto a tendina. La tendina è un tipo di transizione in cui la nuova inquadratura fa letteralmente scorrere via la vecchia. […] Marcel Carné le usò perché voleva mostrare la differenza tra le parti dell’azione che si svolgono nel presente e quelle che si svolgono nel passato. Ogni scena ambientata nel presente è, d’altro canto, isolata dagli eventi ricordati da Jean Gabin per mezzo di una dissolvenza eccezionalmente lunga.

A cosa corrisponde questa dissolvenza? Innanzitutto corrisponde siologicamente allo stato onirico. Lo sguardo è fisso, la pupilla si dilata, l’immagine degli oggetti sulla retina è sfocata. La mancanza di attenzione volontaria impedisce al cristallino la messa a fuoco. Secondariamente, la dissolvenza si presta alla tecnica della sovrimpressione. In generale si usa la sovrimpressione per comunicare la qualità immaginaria di un evento o di un personaggio. È spesso usata per raffgurare fantasmi. Dato che l’oggetto e i personaggi hanno una qualità trasparente, gli spettatori li interpretano come veri solo a metà, parte sogno e parte realtà. Le lunghissime dissolvenze di Le Jour se lève appaiono come i simboli tangibili delle immagini di pura fantasia che seguono. Durante tutta la transizione abbiamo la prova tangibile che la nostra realtà sta in qualche modo cambiando. Veniamo portati dal solido e concreto presente a una realtà diversa che si realizza solo attraverso il ricordo. Chiedete agli spettatori quanti di loro hanno capito n dall’inizio, a partire dalla prima dissolvenza, che Gabin stava ripercorrendo il proprio passato. Probabilmente alcuni spettatori hanno capito, ma non subito. I mezzi d’espressione cinematografici sono meno espliciti e hanno meno sfumature di quelli letterari. Per questo motivo, prima della distribuzione in sala fu deciso di aggiungere alla colonna sonora della copia originale una voce over che rappresenta la coscienza di Gabin e che proclama in tono sepolcrale: “Eppure sembra ieri… ricordi?”. Questa breve frase, pensata per facilitare la comprensione dello spettatore, non compariva nella sceneggiatura originale.

André Bazin, Le Jour se lève… Poetic Realism, in Le Jour se lève: A Film by Jacques Prévert and Marcel Carné, Simon & Schuster, New York 1970

Copia proveniente da

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L.E. Diapason