LE DIABLE DANS LA VILLE

Germaine Dulac

Scen.: Jean-Louis Bouquet; F.: Henri Stuckert; Scgf.: Marco de Gastyne; Ass. R.: Marie-Anne Malleville; Int.: Jacqueline Blanc (Blanche), Michelle Clairfont (Rose), Léon Mathot (Marc Herner), René Donnio (l’illuminato), Albert Mayer (maestro alchimista Ludivigo), Vetty (Pattaus, il sindaco), Pierre de Ramey (capitano della guardia), Émile Saint-Ober (un pazzo), Mario Nasthasio (un pazzo), Jean-François Martial, Jacques Vandenne, Canelas, Bernard, Lucien Bataille, Emilien Richaud (un pazzo); Prod.: Louis Nalpas per Société des Cinéromans 35mm. L.:1642 m. D.: 80’ a 20 f/s. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Questa satira sociale, basata su una sceneggiatura di Jean- Louis Bouquet, racconta dell’arrivo di un filosofo progressista in un villaggio medievale, dove viene accusato di portare sciagure ai suoi abitanti. L’uso di effetti speciali (distorsioni, sovrimpressioni) per rendere le allucinazioni degli abitanti produce una narrazione inaffidabile. Alla fine, le nostre certezze di spettatori vengono meno quando scopriamo che non solo i pazzi non sono pazzi, ma anche che le “allucinazioni” che vediamo con i nostri occhi (un po’ come nel successivo film di Hitchcock Stage Fright) non sono mai esistite. Invalidando la narrazione principale del film, attraverso la cifra della caricatura, la Dulac riesce a destabilizzare e infrangere le convenzioni che governano il linguaggio filmico.

Tami Williams

 

Copia proveniente da

Copia stampata nel 1965 da un negativo