LE CARROSSE D’OR

Jean Renoir

Sog.: dalla pièce Le Carrosse du Saint-Sacrement (1829) di Prosper Mérimée. Scen.: Jean Renoir, Renzo Avanzo, Giulio Macchi, Jack Kirkland, Ginette Doyel. F.: Claude Renoir. M.: David Hawkins, Mario Serandrei. Scgf.: Mario Chiari. Mus.: Gino Marinuzzi. Int.: Anna Magnani (Camilla), Duncan Lamont (Ferdinand), Odoardo Spadaro (Don Antonio), Riccardo Rioli (Ramon), Paul Campbell (Felipe), Ralph Truman (duca De Castro), Elena Altieri (duchessa De Castro), Georges Higgins (Martinez). Prod.: Francesco Alliata, Ray Ventura per Panaria Film, Hoche Production. DCP. D.: 102’. Col. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Una troupe di attori italiani sbarca in una colonia spagnola del Sud America in guerra contro gli indiani. Come sempre in Renoir si tratta di una riflessione  sullo  spaesamento  umano. Ma qui lo spaesamento è vissuto fino in fondo da Camille, personaggio-specchio e figura centrale del film. È il ritratto di un’attrice che stranamente si rende conto che più si ha successo (sulla scena) più si fallisce (fuori scena). […] Insieme a Luci della ribalta è sicuramente il film più bello sulla vocazione dell’attore.

André Téchiné, “Cahiers du cinéma”, n. 482, luglio-agosto 1994

Le Carrosse d’or è uno dei film chiave di Jean Renoir perché riprende i temi di molti altri, principalmente quello della sincerità in amore e quello della vocazione artistica; è un film costruito secondo il gioco delle scatole cinesi che si incastrano le une nelle altre, un film sul teatro nel teatro. C’è molta ingiustizia nell’accoglienza riservata dal pubblico e dalla critica a Le Carrosse d’or, che è forse il capolavoro di Renoir. Si tratta, comunque, del film più nobile e raffinato che sia mai stato girato. Vi si trova tutta la spontaneità e l’inventiva del Renoir d’anteguerra unite al rigore del Renoir americano. Qui tutto è distinzione e gentilezza, grazia e freschezza. È un film tutto di gesti e di comportamenti. Il teatro e la vita si mescolano in un’azione sospesa tra il piano terra e il primo piano di un palazzo come la commedia dell’arte oscilla tra il rispetto della tradizione e l’improvvisazione. Anna Magnani è l’ammirevole vedette di questo film elegante in cui il colore, il ritmo, il montaggio sono all’altezza di un accompagnamento musicale in cui Vivaldi fa la parte del leone. Le Carrosse d’or è di una bellezza assoluta, ma la sua bellezza sta tutta nel suo profondo soggetto. Ho descritto l’altro capolavoro di Jean Renoir, La regola del gioco, come una conversazione aperta, un film al quale si è invitati a partecipare; le cose vanno diversamente per Le Carrosse d’or che è un lavoro chiuso; finito, che bisogna guardare senza toccare, un film che ha trovato la sua forma definitiva, un oggetto perfetto.

François Truffaut, I film della mia vita, Marsilio, Venezia 1978

Copia proveniente da

per concessione di Minerva Pictures