L’ATALANTE – RUSHES ET CHUTES

Jean Vigo

DCP. D.: 80’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Alla fine degli anni Quaranta la Cinémathèque française acquisì una certa quantità di materiale girato e di code di montaggio, inventariati da Panfilo Colaprete e dal primo biografo di Vigo, Paulo Emilio Sales Gomes. Il quale già allora dichiarava che un “montaggio ideale” del film era impossibile. Langlois stesso rinunciò: “Ho visto cose così belle che Vigo aveva eliminato, perché quello che cercava era la semplicità assoluta. Ho fatto io stesso una versione, nella quale ho inserito certe scene per pura curiosità, per vedere l’effetto che facevano. Ah magnifico, ha esclamato chi le ha viste. Ma non era quello che voleva Vigo”.

Nel suo restauro del 1950 Langlois si è dunque limitato a inserire nel punto più plausibile due inquadrature: quella degli sposi che girano intorno a covoni di paglia e quella (“tolta di peso dall’Âge d’or”, scrive Colaprete) di Jean che lecca un blocco di ghiaccio.

Molti spettatori sono rimasti colpiti, non a torto, dalla bellezza di immagini del genere, quando le hanno viste reintegrate nei diversi restauri, per esempio i registi sovietici Otar Iosseliani e Andrej Tarkovskij davanti alla copia di Langlois, oppure la mitografa britannica Marina Warner, davanti al restauro del 1990, a proposito del quale è stata tuttavia rilevata la “tendenza, suggerita da un entusiasmo eccessivo… a integrare qualsiasi frammento di film disponibile” (Michael Temple, Vigo, Manchester University Press, Manchester-New York, 2005).

Adesso è finalmente possibile rendersi conto, in parallelo con il film restaurato secondo il dettato originario, del materiale girato e poi scartato – materiale che illustra, da un lato, la storia della lavorazione, dall’altro, l’ispirazione del regista.

Bernard Eisenschitz

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2017 da Gaumont in collaborazione con Cinémathèque française e The Film Foundation con il supporto di CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée presso i laboratori L’Immagine Ritrovata e L’Image Retrouvée