L’ATALANTE
Sc.: Jean Vigo, Albert Riéra. F.: Boris Kaufman. Mu.: Maurice Jaubert. In.: Michel Simon, Jean Dasté, Dita Parlo, Gilles Margaritis, Louis Lefebvre, Fanny Clar, Jacques Prévert. P.: L. Nounez. 35 mm.
Scheda Film
Nel maggio del 1990 la Cinémathèque Gaumont ha presentato, durante il Festival di Cannes, L’Atalante nella versione ricostruita sotto la direzione artistica di Pierre Philippe e di Jean-Louis Bompoint. Riportiamo un brano del libro su Vigo di P.E.Sales Gomes che ricostruisce la dolorosa vicenda della distruzione del film operata a suo tempo dalla Gaumont.
“Il sabotaggio della distribuzione aveva dato i risultati scontati, […] L’altro ostacolo non contava più: un ragazzo malato il cui stato peggiorava di giorno in giorno e che non poteva più seguire tutte queste discussioni neanche da lontano. In queste condizioni, i produttori poterono fare del film quello che vollero. Finirono per valutare che L’Atalante, pur con tutti i tagli immaginabili, non aveva le qualità di un film di richiamo, e decisero di infilarcele dentro. Nel 1934, stava avendo un grande successo popolare una canzone lanciata in Francia da Lys Gauty: Le chaland qui passe (La chiatta che passa), su musica di Cesare Andrea Bixio (versione francese di Parlami d’amore Mariù, reca celebre da Vittoria De Sica). Poiché in L’Atalante c’era proprio una chiatta, il film fu ribattezzato Le chaland qui passe e, per giustificare il nuovo titolo si sacrificarono qua e là, un pò a caso le composizioni di Jaubert per sostituirle con la musica di Bixio. Quanto ai tagli, a giudicare da qualcuna delle copie che sano rimaste di Le chaland qui passe, la versione originale è stata letteralmente saccheggiata. Soltanto due o tre sequenze sono rimaste intatte, quella dell’insonnia scomparve del tutto, così come la scena del fonografo. E i resti dell’opera di Vigo sono costantemente avvelenati dalla tiritera di Bixio che, confrontata alle canzoni e ai valzer di Jaubert, appare di una volgarità ributtante.
Il cambiamento de L’Atalante in Le chaland qui passe non era naturalmente passato inosservato a Parigi, e il servizio pubblicitario della produzione trovava qualche difficoltà nel tentativo di trasferire sul film il successo della canzone. Al momento del lancio del film al Colisée, verso la metà del settembre 1934, i comunicati stampa erano discreti e si limitavano ad indicare “che una partitura di Jaubert e la celebre melodia di Bixio accompagnano le scene principali del film”. A Marsiglia la pubblicità era più facile e la proiezione all’Alhambra era accompagnata da comunicati stampa che già nel prima paragrafo dicevano: “Già grazie alla celebre melodia di C.A.Bixio, […], Le chaland qui passe è sicuro di non passare inosservato! […] Non stupiamoci se Le chaland qui passe otterrà un grande successo anche come film’. Ad Algeri, ancor più distante da Parigi, si poteva tranquillamente scrivere: “Le chaland qui passe è un film ispirato alla celebre melodia così mirabilmente cantata da Lyc Gauty”. Le chaland qui passe fu un fallimento commerciale. L’esclusiva al Colisèe durò appena due settimane, il pubblico amante del cinema melodrammatico che vi era accorso attirato dal titolo rimase deluso, e quello che non era stato trattenuto a casa dalla presenza della canzone di Bixio, così come la minoranza attratte dal nome di Vigo, rimase disorientato davanti a un’opera mutilata fino a risultare incoerente. Nessuna ingannevole pubblicità poté modificare l’impressione negativa causata dal fiacco parigino. A ogni spettacolo, c’era al Colisèe qualcuno che fischiava. La maggioranza voleva semplicemente esprimere il proprio scontento di fronte ad un film che giudicava brutto; altri, pochi, criticavano il comportamento dei produttori”. (da P.E. Sales Gomes Jean Vigo, Editions du Seuil).